A Salvini conviene rivotare. Il Centrodestra sfiora il 40%. Un passo dalla soglia minima per governare

Secondo l’Istituto Piepoli la Lega di Salvini passa dal 19,5% di lunedì 23 aprile al 21 (più 1,5%) di lunedì 30

A un passo, anzi a voler essere precisi a un punto percentuale dalla soglia fisiologica del 40% che col vituperato Rosatellum basterebbe per avere la maggioranza per governare. Alla fine, a Matteo Salvini converrebbe raccogliere l’invito lanciato nei giorni scorsi dal capo politico del M5s, Luigi Di Maio: salire insieme al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedergli di sciogliere le Camere dopo due mesi di stallo e ridare la parola ai cittadini. Stando all’ultimo sondaggio dell’Istituto Piepoli (intenzioni di voto Camera), infatti, la coalizione capitanata dal segretario della Lega si attesta al 39%. A fare da traino, proprio il partito di via Bellerio, che – sempre secondo l’Istituto presieduto da Roberto Baldassari – passa dal 19,5% di lunedì 23 aprile al 21 (più 1,5%) di lunedì 30. Continua invece a perdere terreno Forza Italia, che dopo il minimo storico raccolto il 4 marzo (14% a Montecitorio e 14,4 a Palazzo Madama) si ferma oggi al 13%, lasciando sul terreno un altro punticino.

In lieve calo anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che recupera un po’ di terreno assicurandosi il 4% dopo essere sceso circa due settimane fa al 3. Chiude i conti per la coalizione l’1% di Noi con l’Italia – Udc (1,3% alle elezioni), voti che vista la soglia di sbarramento del Rosatellum fissata al 3% andrebbero ripartiti tra gli altri partiti della coalizione.

Certo, il Movimento resta il primo partito attestandosi al 33% contro il 34% al quale era dato il 23 aprile. Ma a queste condizioni, per Di Maio & C. tornare al voto potrebbe rappresentare un rischio. Il leader dei grillini comunque tira dritto e due giorni fa, come rivelato ieri dall’Agi, ha inviato una e-mail a tutti gli eletti dei Cinque Stelle annunciando che l’unica via da seguire è quella delle elezioni anticipate, e che in questa nuova fase tutti dovranno impegnarsi a parlare coi cittadini nelle piazze e in tivvù. Dilaniato al suo interno dalla (solita) lotta intestina tra correnti, il Pd perde terreno rispetto al 4 marzo: 18%, un -0,7 che alla Camera rischia di portare in dote a Matteo Renzi meno degli attuali 86 deputati. Praticamente scomparsi dai radar, invece, gli altri ‘alleati’ di Renzi & C. +Europa di Emma Bonino non va oltre il 2% mentre Insieme, Civica Popolare e socialisti sommati fanno l’1,5%. Totale coalizione: 21,5%, 17 punti e mezzo in meno del Centrodestra.

Vicini all’estinzione anche quelli di Liberi e Uguali. Dopo il flop di 60 giorni fa (3,4%), oggi la lista capitanata dall’ex presidente del Senato, Pietro Grasso, non supera il 2,5%, anche se guadagna mezzo punto rispetto al 23 aprile. Tutto inutile, comunque: a meno di qualche vittoria nei collegi uninominali, col voto-bis Bersani & C. si ritroverebbero fuori dal Parlamento.