A San Valentino niente baci. Dal peperoncino al pistacchio, scatta la caccia ai cibi dell’amore: i più coraggiosi? Puntano su aglio e cipolla

Va bene la tenerezza, la poesia e il tipico cioccolatino. Ma a San Valentino è anche tempo di cibi afrodisiaci.

Va bene la tenerezza, la poesia e il tipico cioccolatino. Ma a San Valentino è anche tempo di cibi afrodisiaci. Perché proprio a ridosso del 14 febbraio volano le vendite di alcuni alimenti, che hanno “le miracolose proprietà”.  La Coldiretti ha raccolto i dati, annotando un aumento del 141% degli acquisti di zenzero. Molto bene la curcuma che fa registrare un +93%. Ma non solo le spezie orientali sono afrodisiache. Il miele, il tartufo e il sedano stimolano il richiamo olfattivo per la riproduzione. Ma non solo. I più coraggiosi possono affidarsi ad aglio e cipolla, che però hanno la controindicazione di influire sugli “odori”.

“Dal più noto peperoncino al sedano, dallo zafferano al miele, ma anche il finocchietto selvatico e il pistacchio sono gli ingredienti della tradizione culinaria popolare che contribuiscono a rendere già stuzzicante la cena di San Valentino che resta un appuntamento irrinunciabile per molte coppie”, ha sottolineato la Coldiretti, spiegando la sua ricerca.

Ogni regione ha poi delle peculiarità: in Sicilia svetta il pistacchio di Bronte, in Puglia ci sono poi il cinipi, una verdura simile alla cima di rapa, con l’incrocio tra cicoria e asparago, e il verrùch, un’insalata verde amarognola più piccola di quella tradizionale. Mentre in Veneto ed Emilia-Romagna c’è il brodo di giuggiole da preparare con il frutto del giuggiolo, molto presente in quelle aree.