Agenti di quartiere scomparsi. Materia per Chi l’ha visto? Basta andare in giro per vedere che sono spariti

C’era una volta il poliziotto di quartiere. Le promesse sono andate in frantumo già solo sui numeri

C’era una volta il poliziotto di quartiere. E non tanto perché sono scomparsi da poco, dopo un’epoca aurea in cui hanno riempito strade e vie delle città italiane, assicurando protezione e sicurezza, quanto perché, così come in tutte le fiabe che si rispettino, anche qui il “c’era una volta” è indice di un mondo fatato, lontano dalla realtà. Da anni, d’altronde, se ne parla. Sin dai tempi della prima Repubblica. Ma il primo a credere realmente nel poliziotto di quartiere è stato, nel 2001,  alla vigilia delle elezioni politiche, Silvio Berlusconi, che lo ha inserito tra le molte promesse del “contratto con gli italiani” firmato dal Cav in tv. E il programma, in effetti, nel 2002 prende piede. Con mille prospettive e pochi fatti. Qualche esempio? Si era deciso che le nuove figure di tutori dell’ordine sarebbero state di due tipi: il poliziotto di quartiere e il carabiniere di quartiere. Il fine annunciato era duplice: rafforzare il controllo della microcriminalità, e spingere la popolazione a “individuare dei volti amici” e a collaborare con loro. Il risultato? Come si legge in un articolo de La Stampa già nel 2010, le promesse sono andate in frantumo già solo sui numeri: tra poliziotti e carabinieri dovevano essere impiegati 6000 effettivi; peccato non abbiano mai superato i 3900. Fa niente per i soldi spesi: sono stati investiti quasi 500 milioni di euro, ma l’ultimo finanziamento appare nella manovra del 2005. In pochi anni, infatti, il progetto si è sgonfiato, e, data la carenza di organici, il personale addetto è stato in gran parte adibito ad altre funzioni. Le strade, nel frattempo, sono rimaste vuote. O almeno senza poliziotti e carabinieri di quartiere. Si dirà: ma col terrorismo ci sono i militari. Vero, ma solo in parte, dato che i soldati obbediscono a un’operazione specifica (Strade Sicure), volte al monitoraggio di luoghi sensibili per eventuali attentati. Insomma, niente a che fare con scippi o episodi di microcriminalità. E qui, a tal riguardo, la carenza per le strade si avverte e non poco. Al di là degli annunci del politico di turno, è difficile immaginare strade piene di agenti se gli organici presentano buchi clamorosi e le graduatorie degli idonei non vincitori restano ferme da anni. Insomma, un cane che si morde la coda. Con le casse vuote, non poche amministrazioni comunali hanno negli utlimi anni lanciato il vigile di quartiere: non potendo contare su poliziotti e carabinieri per le strade, hanno ripiegato sui vigili urbani, unico corpo alle dirette dipendenze delle amministrazioni comunali.