L’agonia di Desirée è durata 12 ore. La giovane sarebbe finita in una spirale di droga che l’ha consegnata ai suoi aguzzini

Le indagini sulla morte di Desirée Mariottini continuano a svelare particolari sempre più terrificanti

Stordita da un micidiale mix di droga, in balia del branco che abusava di lei senza sosta e morta dopo una lunga agonia durata 12 ore. Dopo la svolta di ieri, con il fermo di tre immigrati clandestini ritenuti gli autori dello stupro e dell’omicidio della sedicenne Desirée Mariottini e la successiva caccia al quarto responsabile, le indagini continuano a svelare particolari sempre più terrificanti. Tutti i fermati sono risultati irregolari e, in passato, hanno avuto problemi con la giustizia per questioni di spaccio di stupefacenti.

Uno di loro il senegalese Mamadou Gara di 27 anni era stato addirittura destinatario di un decreto di espulsione, firmato dal Prefetto, ma rendendosi irreperibile era riuscito a farla franca. Gli altri due arrestati sono il 45enne connazionale Brian Minteh e il nigeriano Chima Alinno di 46 anni. A loro il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pubblico ministero Stefano Pizza, contestano i reati di violenza sessuale di gruppo, omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà e cessione di stupefacenti.

Proprio i tre nordafricani, secondo quanto accertato dagli agenti della Squadra Mobile diretti da Luigi Silipo, sarebbero quelli che, il pomeriggio del 18 ottobre, vedendo la sedicenne aggirarsi per l’edificio in cerca di droga, l’avrebbero convinta a seguirla. Del resto la ragazzina, secondo quanto emerge dall’inchiesta, probabilmente conosceva quelli che di lì a poco avrebbero posto fine alla sua esistenza. Nelle ultime settimane, infatti, era stata vista entrare e uscire frequentemente dall’edificio abbandonato di via dei Lucani, quest’ultimo considerato un vero e proprio covo di pusher nordafricani e da ieri posto sotto sequestro.

Un posto che, secondo quanto riferiscono i testimoni sentiti in Questura, Desirée avrebbe frequentato per ottenere droga in cambio di rapporti sessuali. Giunti nella tetra stanzetta, i fermati le avrebbero somministrato uno spaventoso mix di sostanze, probabilmente composto da metadone ed eroina, che l’avrebbe resa incosciente. Ormai inerme, i presenti avrebbero iniziato ad abusare sessualmente della giovane di Cisterna Latina, causandone il decesso nel corso della notte del 19 ottobre.

ULTERIORI SVILUPPI – La vicenda è tutt’altro che conclusa e altri nomi potrebbero presto aggiungersi alla lista dei fermati. Ieri, infatti, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva preannunciato l’imminente fermo del quarto responsabile e quest’ultimo avrebbe davvero le ore contate. Eppure nella Procura di Roma avanza il sospetto che potrebbero esserci state altre persone coinvolte, oltre ai tre fermati e al quarto ricercato. Proprio per chiarire questo atroce dubbio, in Questura sono continuate senza sosta le audizioni e sarebbero stati sentiti almeno altri tre uomini.

Secondo quanto fanno sapere gli inquirenti, si tratterebbe di persone informate sui fatti e non di sospettati ma questi potrebbero avere informazioni decisive. Uno di loro, in particolare, avrebbe raccontato gli ultimi attimi di vita di Desirée, ormai mezza morta. Attorno alla giovane 7 o 8 persone che, anziché chiamare il 118 e tentare di salvarle la vita, preferivano darle dell’acqua nella vana speranza di farla riprendere.