Aiuti militari all’Iraq per sconfiggere l’Isis

di Nicola Tarantino

Via libera a un’offensiva militare contro gli jihadisti dello Stato islamico dalla Conferenza internazionale di Parigi. L’impegno è ad appoggiare l’Iraq con ogni mezzo, compreso “un adeguato aiuto militare”, si legge nel comunicato finale della Conferenza per la pace e la sicurezza in Iraq, che ha riunito le delegazioni di 25 Paesi più quelle di Onu, Ue e Lega Araba per definire la strategia contro l’offensiva jihadista. I partecipanti al summit svoltosi al Quai d’Orsay sotto l’egida di Francia e Iraq, hanno precisato che tale assistenza dovrà essere “in linea con le necessità espresse dalle autorità irachene, nel rispetto del diritto internazionale e senza mettere a rischio la sicurezza della popolazione civile”. “Contro lo stato islamico non c’è tempo da perdere”. Con queste parole Francois Hollande ha aperto i lavori della Conferenza di Parigi, mentre i primi aerei di ricognizione francesi sull’Iraq si sono levati in volo. A invocare un intervento rapido era stato il presidente iracheno Fouad Massoum, che prima dell’inizio del summit ha rivolto un appello ai rappresentanti dell’alleanza che si oppone alle milizie jihadiste dello Stato islamico. Intanto non si alzeranno in volo aerei italiani. Infatti il nostro Paese ha già mandato in Iraq aiuti umanitari nelle scorse settimane e, dopo il via libera parlamentare, nel fine settimana sono arrivati anche i primi due velivoli carichi di armi e munizioni. Il primo C-130 è giunto sabato a Erbil, nel Kurdistan iracheno, il secondo domenica. L’invio è frutto della decisione presa dal Consiglio straordinario dell’Ue a metà agosto, su cui c’era stato un passaggio parlamentare nelle riunioni delle Commissioni Esteri e Difesa.