Al Senato tornano i super vitalizi. Il Paese è in ginocchio e la casta si riprende il malloppo. Annullata nella notte la delibera Fico

Con il più classico dei colpi di spugna sui vitalizi al Senato, la casta si riprende il malloppo. A darne notizia è la Commissione Contenziosa di Palazzo Madama dopo il voto, fatto in tarda sera, che ha decretato “l’annullamento della delibera dell’Ufficio di presidenza” che aveva deciso, proprio come chiedevano gli italiani, di mettere fine all’odioso privilegio. Nell’organismo, chiamato ad esaminare i ricorsi presentati dai senatori, tre sono stati i voti a favore e due i contrari, quelli dei senatori della Lega Simone Pillon e l’ex 5s Alessandra Riccardi che nella Commissione riveste il ruolo di vicepresidente.

Oltre a loro due, nell’organismo istituzionale c’è anche il presidente forzista Giacomo Caliendo e due membri laici ossia Giuseppe della Torre del Tempio di Sanguinetto, presidente del tribunale di Papa Bergoglio fino al 2019 nonché storico rettore della Lumsa, e Giovanni Ballarani, quest’ultimo docente di diritto privato alla Pontificia università lateranense dove la presidente del senato Maria Elisabetta Alberti Casellati si è laureata in diritto canonico. Proprio i due laici nominati dalla stessa Casellati per sostituire i dimissionari Cesare Martellino e Alessandro Mattoni.

Subito dopo la decisione, grida allo scandalo il capo politico M5S, Vito Crimi, che ha commentato: “La Commissione Contenziosa del Senato ha appena annullato la delibera sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari. Ci provavano da mesi: lo hanno fatto di notte, di nascosto. È uno schiaffo a un Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo, noi non molleremo mai per ripristinare lo stato di diritto e il principio di uguaglianza. Chi dobbiamo ringraziare per questa operazione, la presidenza del Senato?”.

“La cosa curiosa che ho scoperto ieri sera – ha aggiunto Crimi questa mattina – che non siamo soli in questa battaglia, pensavamo di esserlo, abbiamo fatto molte iniziative e ora scopriamo che siamo tutti d’accordo. Possiamo fare qualunque iniziativa utile, attiviamoci perché non sia vanificato il lavoro. In questo momento storico del Paese mi sembra una iniziativa fuori tempo”.

Reazione opposta, quella dell’ex deputato e avvocato, Maurizio Paniz, che ha difeso nel ricorso la maggior parte degli ex senatori che hanno presentato ricorso e che per questo ha dichiarato che “è stato ripristinato lo Stato di diritto”. “Sconcerto” del Nazareno. Così fonti del Partito democratico, hanno sottolineato che “il Pd è totalmente contrario alla decisione assunta dalla Commissione contenziosa del Senato sui vitalizi”.

“La delibera – ha spiegato all’Ansa Paniz – è stata annullata perché ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell’Unione europea, in base alla quale di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera. In primo luogo non deve essere retroattivo, mentre questo taglio lo era; in secondo luogo non deve avere effetti perenni, come invece li aveva la delibera”.

“In terzo luogo – aggiunge il legale degli ex senatori – non deve riguardare una sola categoria ma deve essere ‘erga omnes’, mentre qui si colpivano solo gli ex parlamentari; in quarto luogo deve essere ragionevole, mentre questo taglio raggiungeva l’8% degli importi; infine deve indicare dove vanno a finire i risparmi che non possono finire nel grande calderone del risparmio, e anche su questo punto la delibera era carente”.

LE REAZIONI

“La commissione contenziosa del Senato – ha scritto in un post il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio – ha annullato la delibera sull’abolizione dei vitalizi. Ma davvero c’è ancora qualcuno che pensa ai vitalizi nonostante un’emergenza di questa portata? Senza parole. Chi pensa di gioire allora non ha capito nulla. Se ci sono interessi da tutelare sono solo quelli dei cittadini italiani che hanno sofferto per mesi gli effetti di questa pandemia. Abbiamo già abolito i vitalizi e non abbiamo alcuna intenzione di ripristinarli”.

“Abbiamo votato contro – ha detto, invece, il leader della Lega, Matteo Salvini -, mi spiace che non siamo stati sufficienti ma siamo stati gli unici in quella commissione a votare contro. La posizione della Lega era e’ rimane coerente sia sul taglio dei vitalizi che dei parlamentari. In un momento come questo e’ un segnale disgustoso e vergognoso. Spero si trovi il modo di tornare indietro”.

“Al Senato- ha scritto su Twitter il deputato questore M5S Francesco D’Uva -, sui vitalizi c’è chi vuole riattivare un meccanismo che toglie al Paese per dare ai soliti noti. In piena crisi. Spero solo che chi diceva che si sarebbe astenuto, oggi lo abbia fatto davvero. Altrimenti sarebbe grave. Alla Camera andiamo avanti col taglio”.

“Niente da fare – il commento del sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia -, per certi partiti politici i vitalizi sono come la cocaina: una droga! Sono dipendenti dal privilegio ai danni della gente. Pensate se non ci fosse il M5S, forse avrebbero sottratto i soldi destinati all’emergenza covid19 per reintrodurli e aumentarli? Roba da matti!”.

“Con un Paese in affanno che prova a ripartire – ha dichiarato in una nota il capogruppo del M5S al Senato Gianluca Perilli -, dopo mesi difficilissimi con migliaia di lavoratori in cassa integrazione, la commissione Contenziosa del Senato che fa? Si occupa di ripristinare i vitalizi dei parlamentari, contro i quali il M5S, si e’ sempre battuto annullando la delibera sul taglio dei vitalizi. Se non fosse vero sarebbe surreale, di certo e’ uno schiaffo a milioni di italiani in difficoltà”.

“Aspetto di leggere la delibera integrale – commenta al Corriere il senatore M5S Primo Di Nicola -: se la decisione va in direzione del ripristino dei vitalizi, siamo davanti a uno dei fatti più scandalosi della storia repubblicana della casta”. Per Di Nicola quello dei vitalizi “è il privilegio più odioso che i politici italiani si sono dati in spregio a tutte le regole in tema pensionistico imposte ai comuni cittadini”. I quali, per altro, per poter andare in pensione “devono maturare almeno venti anni, mentre senza vergogna i parlamentari si sono dati un sistema previdenziale per cui basta un solo giorno in Parlamento per riscuotere assegni superiori ai duemila euro, reversibili ai coniugi”.

E il fatto che a favore dell’annullamento della delibera abbiano votato, i due membri tecnici e il presidente Caliendo, secondo Di Nicola “sarebbe un evidente conflitto di interesse” perché Caliendo da “stimabile ex magistrato” qual è, “godrebbe direttamente del vecchio vitalizio che ha già maturato”. Quanto agli altri due tecnici, “sono di nomina della presidenza del Senato” sottolinea il senatore pentastellato, per il quale “la verità è che questa vergogna porta le impronte digitali di Forza Italia”.