Al Senato via libera definitivo al Decretone. Il provvedimento che introduce il Reddito di cittadinanza e la Quota 100 ora è legge

Ecco cosa contiene il decretone approvato oggi dal Senato

Via libera definitivo dall’Aula del Senato al Decretone. I voti favorevoli sono stati 150, quelli contrari 107, le astensioni 7. Il provvedimento, che introduce il Reddito di cittadinanza e la Quota 100 per le pensioni, è stato approvato in terza lettura dopo le modifiche apportate dalla Camera, e diventa così legge.

I senatori del M5S hanno festeggiato con il premier, Giuseppe Conte, presente in Aula a Palazzo Madama, l’approvazione del decretone. Subito dopo l’ok dell’Aula si sono ritrovati tutti nella sala del Governo e un lungo applauso ha accolto il presidente del Consiglio e il ministro dei rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. L’iter parlamentare non ha stravolto l’impianto delle misure che è rimasto intatto. “Abbiamo approvato misure di cui la popolazione aveva bisogno – ha commentato il premier Conte -, che avranno un impatto sui consumi in un momento di congiuntura non favorevole. Abbiamo bisogno di lavorare e dobbiamo lavorare tutti insieme con fiducia e operosità”.

“Con il voto di oggi – commentano i portavoce del MoVimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera -, il Reddito di Cittadinanza è finalmente legge dello Stato. Al Senato infatti è stato approvato in via definitiva il Decretone, che contiene oltre al Reddito, anche la Pensione di Cittadinanza e Quota 100. Tutte misure già in vigore, per le quali tantissimi cittadini stanno facendo domanda e che permetteranno di sostenere milioni di famiglie in difficoltà e di generare un sano ricambio nel mondo del lavoro. La conclusione definitiva dell’iter parlamentare segna una data storica per il Paese e per il MoVimento 5 Stelle, che ha combattuto con forza per anni queste battaglie insieme ai cittadini. Un altro passo nel percorso che stiamo portando avanti per la costruzione di un Paese diverso, più equo e giusto”.

Ecco cosa contiene il provvedimento.

  • Il reddito è una misura di sostegno al reddito e di sussidio contro la povertà. Per accedere al sostegno occorre essere maggiorenni, cittadini italiani o dell’Unione europea, oppure, se extra-comunitari, essere lungo soggiornanti (avere cioè un permesso di soggiorno a tempo indeterminato), essere titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, essere familiari di un cittadino italiano o dellUnione europea. Gli stranieri extra Ue devono avere la residenza in Italia da almeno 10 anni di cui gli ultimi due anni in modo continuativo. Fissati poi dei paletti reddituali. Il valore Isee deve essere inferiore a 9.360 euro, mentre il reddito patrimoniale non deve superare i 30mila euro del patrimonio immobiliare (anche all’estero), escluso il valore della prima casa di abitazione. Il patrimonio finanziario, inoltre, non deve oltre i 6mila euro (quest’ultimo valore varia in base alla composizione del nucleo familiare, per fare in modo che per le famiglie numerose o con disabili il sostegno sia più alto). Paletti anche sul possesso di auto e moto. Il beneficio che si riceve, infatti, varia in base alla composizione del nucleo familiare e al livello dell’Isee. La ‘forchetta’ andrà, comunque, da un minimo di 480 euro l’anno fino a 19.656 euro in 12 mesi, compreso leventuale aiuto per laffitto. L’importo verrà versato su un card che potrà essere usata come un bancomat, mentre la somma che si potrà prelevare in contanti sarà limitata (100-210 euro in base al totale ricevuto).
  • Più facile il meccanismo di quota 100. Il meccanismo voluto dal Governo per superare la legge Fornero sulle pensioni, prevede un doppio requisito, anagrafico e contributivo: 62 anni di età e versamenti di almeno 38 anni di contributi. Si tratta di un meccanismo sperimentale, per tre anni, e volontario. L’assegno previdenziale di quota 100 non è cumulabile con il reddito da lavoro. Come detto, l’impianto normativo è stato confermato dal Parlamento. Le Camere, però, hanno apportato non poche modifiche, alcune delle quali significative. Vediamo le principali.
  • Più sostegno ai disabili. Cambiata la scala di equivalenza per aumentare il beneficio alle famiglie con all’interno persone con disabilità gravi o non autosufficienti. Le risorse messe a disposizione per “favorire l’accesso e incrementare il beneficio di nuclei in cui siano presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti”, come si legge nella relazione illustrativa, ammontano a 12,8 milioni per il 2019, 16,9 per il 2020, 17, per il 2021, 16,9 per il 2022 e altrettanti nel 2023. Nello specifico si alza da 5mila a 7.500 euro l’incremento della soglia del patrimonio mobiliare (fissata ora a 6.000 euro) per ogni componente con disabilità in famiglia sotto il quale è riconosciuto il sostegno. Con la modifica le famiglie con disabilità possono prendere fino a 50 euro in pià al mese.
  • L’offerta di lavoro al familiare di un disabile sarà definita congrua all’interno di 100 chilometri di distanza da casa. La modifica punta ad allentare i paletti per i componenti del nucleo familiare dove è presente un disabile in riferimento all’offerta di lavoro congrua, rifiutata la quale si perde il diritto al beneficio. Il provvedimento approvato dal Governo, infatti, prevedeva, per le famiglie con un disabile, che la terza offerta di lavoro congrua doveva essere lontana da casa per un massimo di 250 km. La modifica, invece, stabilisce che, per essere congrue, le offerte di lavoro successive alla prima e indipendentemente dal periodo di fruizione del beneficio, devono rientrare nel raggio di 100 chilometri dal luogo di residenza.Inoltre si è stabilito che i disabili potranno manifestare la loro disponibilità ad essere destinatari di offerte di lavoro alle condizioni, alle percentuali e con le tutele previste dalla legge.
  • Nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti figli minori, anche se i genitori sono legalmente separati, la terza offerta è congrua entro i 250 chilometri dalla residenza del beneficiario. La previsione, però, opera solo nei primi 24 mesi dall’inizio della fruizione del beneficio, anche in caso di rinnovo.
  • Per essere definita congrua, l’offerta di lavoro fatta a un percettore del reddito di cittadinanza dovrà prevedere un salario di almeno 858 euro.
  • Più paletti agli extracomunitari per accedere al reddito di cittadinanza. Per beneficiare del sostegno, gli stranieri extra Ue dovranno “produrre apposita certificazione” in riferimento alla situazione patrimoniale del nucleo “rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’Autorità consolare italiana”.
  • Due modifiche anche sui parametri per accedere al sostegno. Il reddito, infatti, non si potrà richiedere se in possesso di immobili del valore superiore a 30.000 euro non solo in Italia ma anche all’estero. Il valore del patrimonio mobiliare, invece, non dovrà superare i 6mila euro, anche in questo caso sia in Italia che all’estero.
  • Sei mesi di tempo per aggiornare i documenti relativi alla richiesta del reddito di cittadinanza a chi ha presentato domanda prima della conversione in legge del decreto. In particolare, il tempo è necessario per permettere ai presentatori delle domande di integrare la richiesta in base ai documenti da presentare previsti durante l’iter parlamentare, come l’Isee congiunta per i genitori non sposati e non conviventi e la certificazione patrimoniale dei Paesi d’origine per i cittadini extracomunitari. Salvaguardate inoltre le domande del Rei, possibili fino al 1 marzo. Le richieste dovranno arrivare all’Inps “entro i successivi 60 giorni”, quindi entro fine aprile.
  • Esteso l’aumento del 20% della sanzione contro l’impiego in nero di lavoratori stranieri irregolari o di minori anche a chi occupa beneficiari del reddito di cittadinanza.
  • Arriva il tetto temporale entro il quale il datore che licenzia un lavoratore per il quale ha ricevuto il bonus deve restituire l’incentivo. Il dl approvato dal Governo aveva stabilito che il datore che assume un percettore di reddito di cittadinanza ha diritto a un bonus. Questo però è da restituire in caso di licenziamento del lavoratore. Il testo uscito da Palazzo Chigi non aveva fissato limiti temporali superati i quali la restituzione non sarebbe più dovuta avvenire. In sostanza, la restituzione sarebbe dovuta avvenire anche per un licenziamento avvenuto dopo molti anni dall’assunzione. L’emendamento approvato stabilisce che la restituzione deve avvenire per licenziamenti avvenuti entro i 36 mesi dall’assunzione.
  • Incrementato di 100 ispettori la dotazione della Guardia di Finanza per potenziare i controlli sui possibili furbetti del reddito. In particolare, le verifiche riguarderanno anomalie nei consumi e nei comportamenti dai quali si possa dedurre una eventuale non veridicità dei requisiti economici, reddituali e patrimoniali dichiarati per ottenere il reddito di cittadinanza.
  • In arrivo 65 carabinieri al comando della tutela del lavoro per “rafforzare l’attività di contrasto al lavoro irregolare, nei confronti dei percettori del reddito di cittadinanza”. Di conseguenza, l’Arma potrà indire un concorso per l’assunzione, dal 1° ottobre, di altrettanti carabinieri, 32 ispettori e 33 nel ruolo appuntati. Nello specifico, i carabinieri trasferiti al comando della tutela lavoro sono: un capitano, 32 marescialli, 19 brigadieri e 13 appuntanti. A parziale copertura della norma si prevede un taglio, pari a 79 unità, delle assunzioni all’Ispettorato del lavoro (Inl) previste dall’ultima legge di Bilancio nel trienni 2019-21.
  • Il reddito e la pensione di cittadinanza verranno sospesi ai quei richiedenti “a cui è applicata una misura cautelare, anche adottata all’esito di convalida dell’arresto o del fermo” e ai condannati con sentenza non definitiva.
  • Si è anche prevista la decadenza (non retroattiva) qualora uno dei membri del nucleo familiare non effettui la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (ad eccezione dei casi di esclusione ed esonero), anche a seguito del primo incontro presso il centro per limpiego ovvero presso i servizi competenti per il contrasto alla povertà.
  • Evitare l’accesso al Rdc per i finti genitori single. Con questo obiettivo si è introdotto il principio per il quale ai fini del valore Isee del nucleo familiare con figli minorenni – che deve essere inferiore a 9.360 euro per poter accedere al sostegno – il genitore non convivente nella famiglia e non coniugato con l’altro genitore, che però abbia riconosciuto il figlio, si considera comunque parte del nucleo familiare del figlio. L’Isee dovrà quindi tenere conto della situazione patrimoniale e reddituale di tutti e due i genitori, anche se non sposati e non conviventi. Se il genitore si è sposato o avuto figli con un altra persona, se c’è stato un provvedimento di allontanamento o di esclusione della potestà, o se è dovuto un assegno di mantenimento, lobbligo previsto dalla modifica non si applica. La proposta prevede anche che nel caso in cui il genitore continui a mantenere la residenza nell’abitazione del nucleo, dopo una qualunque forma di precedente convivenza, si considera comunque parte del nucleo ai fini Isee.
  • Se la separazione o il divorzio dei coniugi è avvenuta successivamente alla data del 1° settembre 2018, il cambio di residenza dovrà essere certificato da apposito verbale della polizia locale.
  • Anche i lavoratori con stipendi bassi, i cosiddetti ‘working poor’, potranno usufruire delle politiche attive per l’occupazione e ricevere offerte di lavoro da parte dei centri per l’impiego.
  • La pensione di cittadinanza, così come il reddito, potrà essere richiesta ai patronati. Inoltre la pensione di cittadinanza potrà essere erogata “con modalità diverse” rispetto al versamento sulla card (con relativo limite del prelievo a 100 euro al mese), “mediante gli strumenti ordinariamente in uso per il pagamento delle pensioni”, quindi in contanti.
  • Dopo settimane di tensione con le Regioni (che rivendicavano la competenza delle assunzioni nei centri per l’impiego), il Governo ha tagliato il numero dei navigator, figura ritenuta centrale per il reinserimento al lavoro dei percettori. L’aumento della dotazione organica è stata fissata in 3.000 unità di personale (rispetto alle 6mila iniziali) con decorrenza dal 2020 e ad ulteriori 4.600 unità dal 2021. Le assunzioni includono anche la stabilizzazione del personale reclutato mediante procedure concorsuali bandite per assunzioni con contratto di lavoro a tempo determinato. Per la misura sono stanziati 120 milioni di euro per il 2020 e 304 milioni di euro annui dal 2021.
  • Quota 100 porterà “gravi scoperture di organico” al Mibac tali da rendere “necessario procedere tempestivamente all’espletamento di concorsi per più profili”. Per questo, il ministero dei Beni culturali è stato autorizzato ad espletare procedure concorsuali per l’assunzione, a decorrere dal 2020 e dal 2021, di complessive 1.000 unità di personale di Area II e III.
  • Cancellato il tetto di età, fissato a 45 anni, per riscattare gli anni di laurea in termini agevolati. Resta, però, il limite temporale del 1996. Possono godere della detrazione del 50%, infatti, solo coloro che sono “privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995”.
  • Sospeso il pagamento delle pensioni di vecchiaia o anticipate ai condannati per reati gravi che si siano volontariamente sottratti all’esecuzione della pena detentiva nonché agli evasi o latitanti. Stop anche agli assegni. I reati cui si fa riferimento sono: associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico; attentato per finalità terroristiche o di eversione; sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione; associazioni di tipo mafioso anche straniere; scambio elettorale politico-mafioso; strage.
  • Arriva la figura del vicepresidente Inps. La norma specifica che il vicepresidente è scelto tra persone di comprovata competenza e specifica esperienza gestionale, viene nominato con dpcm su proposta del ministro del Lavoro ed è membro del consiglio d’amministrazione dell’ente. Conseguentemente gli altri membri del Cda passano da 4 a 3. Il vicepresidente può sostituire il presidente e svolge le funzioni che gli vengono delegate. La norma serve per dare forma alla nuova governance dell’Istituto dopo il termine dell’incarico di Tito Boeri. Presidente è stato nominato Pasquale Tridico, in quota M5s, mentre il vice è Adriano Morrone, indicato dalla Lega.
  • Tutti gli enti erogatori di trattamenti pensionistici devono fornire ai percettori precisa e puntuale informazione circa eventuali trattenute relative alle quote associative sindacali. Sarà un decreto ministeriale, da emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, la definizione delle modalità di attuazione della misura.
  • Allungata a 10 anni, quindi fino a 120 tranche, la rateizzazione della cosidetta pace contributiva. Nello specifico, si stabilisce in 120 rate, rispetto alle 60 previste attualmente dal dl, le rate del meccanismo per sanare i periodi non coperti da contribuzione da parte dei lavoratori in attività dal 1° gennaio 1996.