Alemanno si riprende An. Ma stavolta è Azione Nazionale. C’è vita a Destra. Per l’ex sindaco di Roma però sono necessarie le primarie

La si potrebbe chiamare ancora “An”, con la dovuta precisazione che non parliamo di “Alleanza”, ma di “Azione Nazionale”. E il messaggio che lancia Gianni Alemanno è proprio questo: basta con gli slogan, bisogna essere seri e concreti, appunto. E l’ex sindaco di Roma, coinvolto ma dichiaratosi sempre estraneo all’inchiesta Mafia Capitale, vuole provare a riemergere intraprendendo, ancora una volta, la strada politica in maniera concreta. Agendo, appunto. Tanto che ieri, all’incontro che ha segnato il debutto della nuova An, era in prima fila. L’obiettivo è quello di ricostruire un centrodestra unito. Bene, dunque, la manifestazione di domenica a Bologna, perché “è stato un primo passo per la ricostruzione di un centrodestra, però mancavano due cose: i contenuti alternativi a Renzi e i tricolori. Mancava un progetto chiaro e che andasse aldilà degli annunci; e mancava quell’elemento indispensabile di unità e identità nazionale”. Mancava, in sintesi, quell’azione di cui il nuovo movimento si fa portavoce. Il dialogo, però, è aperto con tutti, assicura Alemanno: “noi ci auguriamo di avere una possibilità di convergenza con i soggetti presenti sul palco di Bologna” ma, continua, a due condizioni: “le primarie per scegliere un unico candidato; e un tavolo, un laboratorio per il programma che dev’essere necessariamente una cosa seria: non può essere costruito con slogan peraltro differenti gli uni dagli altri”. Patti chiari amicizia lunga, insomma. Ma non con tutti. Anche per Alemanno, infatti, Angelino Alfano è fuori dai giochi. D’altronde, chiarisce, “mi pare che si stia consolidando una spaccatura definitiva tra coloro che vogliono lavorare nel centrodestra, penso a Fitto e credo anche Quagliariello, e chi invece vuole continuare con Renzi. È chiaro che questa è una spaccatura insormontabile”. Ma in tutto questo che ruolo giocherà Alemanno? Dove lo collochiamo in Azione Nazionale? “Lo collochiamo come militante politico – risponde placidamente – Ormai siamo troppo abituati a pensare la politica come carriera. Io farò il militante dentro un movimento entro cui mi riconosco. Ma non ho e non avrò alcuna carica nemmeno come semplice socio fondatore. E non mi candiderò almeno finché la vicenda giudiziaria che mi riguarda non sarà risolta”. Una vicenda ancora pesante per lo stesso Alemanno il quale riconosce di non avere ancora “una visione chiara di quanto accaduto in Campidoglio. L’unica certezza, per quanto mi riguarda, è che – chiarisce – io ero non solo estraneo ma tenuto scientemente fuori. Se c’era un’associazione a delinquere, era qualcosa che era fatta non solo nonostante me, ma soprattutto contro di me”.