Alla Rai i conti non tornano mai. I magistrati contabili strigliano Viale Mazzini. Sprechi e inefficienze: ora serve cambiare registro

È necessario stringere la cinghia al cavallo di Viale Mazzini. Piccoli passi avanti ne sono stati fatti, ma secondo la Corte dei conti serve tagliare ancora

È necessario stringere la cinghia al cavallo di Viale Mazzini. Piccoli passi avanti ne sono stati fatti, ma dall’ultima relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Rai per l’esercizio 2015, effettuata dalla Corte dei conti, viene sottolineata la necessità di tagliare ulteriormente i costi. Perché di sprechi e inefficienze nella gestione della radio-televisione di Stato ce ne sono ancora troppi. La magistratura contabile, inoltre, ha invitato l’azienda gestita dal neo direttore generale, Mario Orfeo, e presieduta da Monica Maggioni, a internalizzare quanto più possibile le attività concentrando gli impegni finanziari sulle priorità effettivamente strategiche.

Analisi al dettaglio – Il bilancio Rai parla chiaro e nel 2015 ha evidenziato un rosso da 45,9 milioni. Un netto cambio di passo rispetto all’anno precedente c’è stato visto che il 2014 si era chiuso con un drammatico -203,4 milioni. Dalla relazione emergono però altri dati che non sono proprio così portatori di fiducia. La struttura patrimoniale della società ha evidenziato un capitale proprio pari a 811,7 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2014 (828,4 milioni di euro). Per quanto riguarda i debiti finanziari verso le banche secondo la Corte dei conti vi è stato “un miglioramento solo apparente”. Sono stati 51 i milioni nel 2015, contro i 356 dell’anno precedente. Miglioramento solo apparente perché, si legge nella nota, “è stato determinato dall’emissione obbligazionaria di 350 milioni di euro avvenuta nel mese di maggio 2015, operazione che ha permesso il rimborso anticipato di un finanziamento di 295 milioni di euro di durata inferiore”. Anche i ricavi hanno fatto sentire una leggera flessione. Miglioramenti, invece, già dal 2015 dal pagamento del canone radiotelevisivo. Incrementi maggiori ce ne saranno di notevoli negli anni a venire grazie all’introduzione del canone in bolletta. Dati poco edificanti sono arrivati anche dalla pubblicità nell’anno preso in esame: 585,5 milioni di euro, con una diminuzione di 10,7 milioni (-1,8%) rispetto all’esercizio precedente. Sostanzialmente i costi complessivi dell’azienda capogruppo hanno presentato un decremento di 77,3 milioni rispetto al 2014 (-3,3%), ma soltanto perché nel 2015 non ci sono stati grandi eventi sportivi. Anche il costo del personale ha pesato meno con un risparmio di 25,5 milioni. Per perseguire l’equilibrio di bilancio la Rai ha messo in liquidazione o incorporato alcune società controllate. Anche qui la Corte invita a tagliare ancor di più. Andando oltre l’azienda capogruppo l’analisi della Corte dei conti passa alle risultanze dell’intero gruppo Rai che ha fatto registrare una perdita di 25,6 milioni di euro, in diminuzione rispetto a quella del 2014 (-175,8 milioni di euro). E ricavi in crescita con un +0,2%, risultato dovuto alla crescita di Rai Com. Anche per l’intero gruppo pubblicità in calo. Gioie e dolori dalla fiction. Quello che rappresenta il prodotto di spicco per Viale Mazzini in termini di ascolti ha fatto registrare anche dei costi salatissimi. Tanto che la Corte dei conti ha segnalato la necessità di intervenire per ridurre i tempi di lavorazione e i costi degli artisti.