Allarme polmonite. Dopo due mesi non sono ancora chiare cause e modalità di trasmissione della malattia. Il presidente dei biologi, D’Anna: “La nostra task force a disposizione di autorità e cittadini

“A distanza di due mesi dallo scoppio di questa polmonite epidemica che fino ad oggi ha determinato più di 550 ricoveri ospedalieri ed almeno un paio di casi di morti sospette fra la Bassa bresciana e il Mantovano, non è stata ancora identificata l’eziologia, ovvero la determinazione di uno o più agenti patogeni e le modalità di trasmissione della malattia”. Lo dichiara, in una nota, il presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi, sen. Vincenzo D’Anna secondo cui “a parte gli oltre 40 casi di legionella che hanno provocato, finora, 5 decessi a Bresso, per il resto si brancola nel buio”. “L’ONB – prosegue D’Anna – ribadisce l’offerta per l’intervento di una sua ‘task force’ costituita dal microbiologo Antonio Toniolo, professore di Microbiologia Medica a Varese; dall’igienista Marco Guida, professore di Igiene all’Università Federico II di Napoli e dalla dottoressa Antonietta Gatti, ricercatrice, esperta in inquinamento da polveri sottili, che possa essere di ausilio alle autorità preposte ad indagare sulle cause del fenomeno e di chiunque altro ritenga di doverla utilizzare”. “E’ strano – ammonisce il presidente dei Biologi – vivere in una Nazione che, pur possedendo strutture sanitarie all’avanguardia e personale adeguato, riesce a lanciare allarmi ed epocali campagne d’obbligo vaccinale solo per i decessi a causa del morbillo (6 dall’inizio dell’anno in Italia) ma resta per lo più indifferente innanzi a fenomeni epidemici che hanno provocato un identico numero di decessi”.