Amore criminale a Saronno. Si allarga l’inchiesta: sequestrate 50 cartelle cliniche all’ospedale. E il figlio di lei veniva drogato con ansiolitici

Saronno. Dalle intercettazioni contenute nella richiesta d'arresto emerge che la donna dava ansiolitici al figlio, che le chiedeva di diminuire la dose.

L’ospedale di Saronno sta diventando, giorno dopo giorno, uno spettacolo dell’orrore dai contorni a dir poco inverosimili. Oggi gli inquirenti hanno fatto sequestrare ben 50 cartelle cliniche: secondo i pm sarebbero addirittura tante le morti sospette all’ospedale di Saronno che vede coinvolti Laura Taroni, 40 anni, infermiera, e il suo amante, Lorenzo Cazzaniga, 60 anni, medico anestesista che si definiva “angelo della morte”. I due sono accusati di omicidio: cinque casi avvenuti all’interno della struttura dove i due lavoravano e dove la direzione sanitaria, che sapeva del “protocollo Cazzaniga”, aveva deciso di non fare nulla. Tra le morti sospette ci sono anche quella della madre della donna, di suo suocero e del marito, “avvelenato” dai farmaci dopo la falsificazione delle sue analisi del sangue.

Da un’intercettazione ambientale che risale al 29 febbraio, emerge poi la volontà sua e dell’amante di uccidere un cugino acquisito della donna “colpevole – riferiscono gli inquirenti – di farsi ancora mantenere dalla ex moglie”. “Se un giorno venisse giù in ospedale da noi…Trac! – dice Laura Taroni in un’intercettazione – Tra il chiaro e lo scuro, gli è venuto un infartaccio”. Poi ride. “I due indagati – annotano i pm nella richiesta d’arresto – parlano dell’omicidio come un modo per risolvere tutte le situazioni con disarmante tranquillità“.

La donna, inoltre, somministrava farmaci, tra cui ansiolitici, a suo figlio di undici anni tanto che il ragazzino, a un certo punto, le aveva chiesto di diminuire le dosi. “Prima la pastiglia e poi le gocce”, dice la Taroni e lui chiede: “Pure le gocce?”. Cazzaniga risponde: “Eh sì. La pastiglia ormai tu sei assuefatto (…)”.

Della questione, intanto, pare si stia occupando pure Beatrice Lorenzin che ha spiegato che il ministero ha “richiesto informazioni e stiamo decidendo come intervenire per l’invio di ispettori, eventualmente di che tipo, perché si tratta di un caso di cronaca criminale, non di malasanità“.