Il mini esercito di Cantone può contare su quattro gatti. L’Anac segue dai grandi appalti al terremoto, ma per combattere la corruzione ha solo 300 uomini

L'Anac di Cantone è tirata in ballo per affrontare ogni grana del Paese. La struttura ha solo 300 dipendenti, molto meno delle altre Authority

A pochi anni dalla nascita le sono stati affidati i dossier più scabrosi, dall’appaltopoli Expo a Mafia Capitale. E nonostante i gravosi impegni continua a essere chiamata a presidiare nuovi settori, da ultimo quello delle commesse relative alla ricostruzione post terremoto. Il tutto, certo non da oggi, pone una domanda semplice semplice: ma l’Autorità Anticorruzione ha i mezzi per far fronte a questo bendidio? Interrogativo urgente, visto che un soggetto relativamente giovane è chiamato a contrastare uno dei problemi più vecchi e finora incurabili d’Italia. Ora, se si ragiona in termini di dotazione organica un dettaglio salta subito all’occhio: la struttura di Raffaele Cantone, seppur chiamata a gestire una priorità assoluta nel sistema Paese, ha un numero di dipendenti inferiore a quello di gran parte delle altre Authority, almeno le più importanti.

LE CIFRE – Al 30 giugno del 2016, infatti, l’Anticorruzione contava 314 dipendenti, di cui 306 in servizio effettivo. Ma guardiamo altrove. La Consob, ovvero l’Autorità di controllo sulla Borsa guidata da Giuseppe Vegas, secondo quanto riferisce il sito internet ha 607 dipendenti. L’Agcom, ovvero Garante per le comunicazioni, ha una dotazione organica di 364 dipendenti, di cui 353 in servizio. L’Ivass, l’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni (ormai incardinata in Bankitalia), al 31 dicembre del 2015 vantava 355 dipendenti. Tra le Authority di maggior peso, in realtà, quella che ha meno dipendenti dell’Anticorruzione è l’Autorità per la concorrenza, guidata da Giovanni Pitruzzella, che al momento conta su 289 unità. Certo, va detto che spesso e volentieri queste strutture finiscono nel mirino perché secondo alcuni osservatori hanno ancora oggi un eccessivo numero di dipendenti. Ma il discorso è sempre lo stesso: bisogna vedere come lavora ogni singolo ente, quanto costa allo Stato e quanti soldi fa recuperare.

LO SVILUPPO – Ma se si ragiona in termini di priorità degli obiettivi, non c’è dubbio che un’Autorità che si chiama “Anticorruzione”, coinvolta a ogni piè sospinto da Governo e amministrazioni locali come se fosse la panacea di ogni fenomeno corruttivo, sulla carta dovrebbe avere risorse e personale anche maggiori rispetto alle “consorelle”. Da questo punto di vista Cantone, soprattutto negli incontri riservati, non manca mai di far presente che un allargamento degli organici sarebbe come minimo opportuno. Un fatto è certo. L’Autorità guidata dal magistrato ha sulla carta una perimetro di attività, tra preliminari e definitive, che ormai è smisurato. Non c’è quasi più documento di gara d’appalto che non faccia riferimento alla trasmissione di carte all’Anticorruzione. Ora gli uomini di Cantone dovrebbero salire a 350. Ma la domanda resta: è un numero sufficiente a far fronte al problema atavico della corruzione italiana?

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