Consumatori beffati due volte. Sperperate le multe dell’Antitrust. Solo metà finanzia i progetti previsti dalla legge

di Stefano Iannaccone

Un bottino di 18 milioni di euro. Che dovrebbe aiutare i consumatori a evitare inganni. Ma che il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) tiene chiuso nei forzieri. E senza tacere degli 11 milioni di euro che la Legge di Stabilità ha destinato ai contributi dei diritti d’uso per le frequenze tv digitali. Facendosi beffe di una norma in vigore dal 2000 che indica chiaramente un obiettivo: il fondo multe Antitrust, finanziato soldi ottenuti dalle sanzioni comminate dall’Autorità alle aziende come è accaduto ieri alla Vodafone, deve essere impiegato per iniziative a favore dei consumatori. Ma negli anni l’obbligo è stato puntualmente eluso. In passato il fondo è servito addirittura per finanziare la nautica di diporto e le supplenze dei professori. Per carità, nobili obiettivi, peccato però che siano al di fuori delle disposizioni.

E DIRE CHE VA MEGLIO – Certo, nulla vieta di modificare la destinazione di volta in volta.- Ma – hanno spesso ricordato le associazioni di settore “quelle somme non sono parte delle finanze pubbliche, ma frutto dell’attività di controllo dell’Autorità”. E dal deputato del Movimento 5 Stelle, Davide Crippa, che ha sollevato il caso in un question time alla Camera, arriva un attacco: “Quei soldi vengono destinati a molte altre cose, in un calderone di fondi di cui si perdono le tracce”. Nel 2015 la situazione è pure migliorata. Degli oltre 50 milioni di euro di multe erogate dall’Antitrust, poco meno della metà sono stati usati in maniera propria con il sostegno a cinque iniziative: 10 milioni sono stati girati alle Regioni, 8 milioni a Unioncamere, mentre il restante è stato suddiviso tra le associazioni dei consumatori (4,5 milioni) e la quietanza delle polizze dormienti (3,5 milioni). Il problema riguarda quei 18 milioni che rischiano di finire altrove. Il ministero dello Sviluppo economico (Mise) ha tuttavia spiegato a La Notizia di aver avviato “la richiesta dalla quota residua dei versamenti per multe affluite nel corso del 2015”.

NULLA CAMBIA – Ma la questione è solo burocratica? Secondo Crippa il problema è diverso. “Tra i progetti bocciati dal Mise c’era quello dell’Adusbef, che voleva creare un portale di informazione in ambito finanziario. Proprio a pochi mesi dallo scandalo di Banca Etruria. Un caso davvero strano…”. Una provocazione respinta dal sottosegretario Antonello Giacomelli, nel corso dell’interrogazione a Montecitorio: “Le iniziative, una volta ammesse, sono soggette a monitoraggio. L’ammissione definitiva avviene dopo l’esito positivo della rendicontazione e la verifica da parte della Commissione di accertamento”. La legge, comunque, si presta a più di qualche polemica. Ma dal Mise respingono ipotesi di modifiche: “Non sono all’attenzione interventi di riforma né del fondo e né della sua destinazione”. E viene ribadita “l’esigenza e l’intenzione di continuare a operare per tutelare i consumatori”.

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