Appalti a Roma, dopo Mafia Capitale il primo banco di prova da 200 milioni dei Cinque Stelle è un disastro. Con il Comune che ha pure il piede in due staffe

Il primo banco di prova per i 5 Stelle a Roma rischia di fallire. In ballo c’è una maxi appalto da 203 milioni di euro per il “global service” delle scuole.

Il primo banco di prova a 5 Stelle, dopo l’appaltopoli legata a Mafia Capitale, rischia di fallire clamorosamente. E di trascinare nel precipizio la Roma Multiservizi, in passato feudo di Franco Panzironi, ex ras dell’Ama investito dall’inchiesta. In ballo c’è una maxi appalto da 203 milioni di euro per il “global service” delle scuole, il primo e il più costoso gestito dalla giunta guidata da Virginia Raggi (vedi La Notizia dell’11 agosto scorso). Ebbene, pubblicato lo scorso agosto, il bando rischia di franare sotto i colpi del Tar. Il tutto con grande scorno della Multiservizi, società che già gestisce le relative attività e che verosimilmente ambisce a ottenere fette importanti della nuova gara. Il fatto è che qualche giorno fa, su ricorso di Confartigianato Roma, il Tar ha sospeso la procedura.

I punti – Nel ricorso si sottolineavano i volumi economici eccessivamente alti dei 5 lotti del bando e il meccanismo stesso del “global service”, che comprende tutta una serie di attività come pulizia, manutenzione delle zone verdi, disinfestazione e assistenza al trasporto. Due condizioni che secondo il presidente di Confartigianato Roma, Mauro Mannocchi, limitano a poche grosse realtà la possibilità di ambire alla gara, con le piccole imprese del tutto escluse. E qui entrano in gioco la Multiservizi e i suoi azionisti. Si dà infatti il caso che la società sia controllata al 51% dalla disastrata Ama, a sua volta al 51% del Campidoglio, mentre il restante 49% fa capo alla super cooperativa rossa Manutencoop e alla società romana La Veneta Servizi Spa. Insomma, gruppi consistenti, ai quali verosimilmente non dispiacerebbe riaggiudicarsi una maxi commessa da 203 milioni di euro. Il tutto con una posizione non proprio da manuale del Campidoglio, che da una parte controlla indirettamente la Multiservizi e dall’altra deve aggiudicare una maxi commessa a cui probabilmente è interessata la stessa società.

Gatta da pelare – Per la sindaca, ora, la gestione della partita si è fatta molto complicata, perché il mese di novembre è già stato caratterizzato da diverse proteste dei dipendenti della Multiservizi, che chiedono lumi sul futuro della società e dei livelli occupazionali. La Raggi, tempo fa, aveva dato a intendere che  la volontà del Campidoglio era quella di recuperare il controllo diretto del 100% della società, liquidando gli attuali soci. Altri, invece, avevano suggerito una dismissione. Su tutto, adesso, si attendono le mosse dell’assessore alle partecipate, Massimo Colomban, che per i primi di dicembre ha promesso un piano di razionalizzazione. Nel frattempo il Tar si pronuncerà sul merito della commessa l’11 gennaio del 2017. In questo lasso di tempo la giunta Raggi, se non vuole rischiare di schiantarsi sulla procedura, dovrà modificarla venendo incontro ai rilievi della Confartigianato Roma. Un fatto è certo: la prima uscita dei 5 Stelle sulla gestione degli appalti è un mezzo disastro.

Tw: @SSansonetti