Accolta a maggioranza la richiesta del deputato Pd Ivan Scalfarotto di estendere l’assistenza sanitaria integrativa degli onorevoli ai conviventi dello stesso sesso

La presenza di un’esponente di Sinistra Ecologia e Libertà sulla poltrona più alta di Montecitorio deve aver favorito la ventata di novità. L’Ufficio di presidenza della Camera, presieduto da Laura Boldrini, ha accolto a maggioranza la richiesta del deputato Pd Ivan Scalfarotto di estendere l’assistenza sanitaria integrativa degli onorevoli ai conviventi dello stesso sesso. Il provvedimento sarà valido dietro pagamento di una quota da parte dei parlamentari che ne faranno richiesta. “La Presidenza della Camera – afferma lo stesso Scalfarotto – ha riconosciuto finalmente che una convivenza more uxorio è una convivenza more uxorio, e non importa se i conviventi sono del medesimo sesso o del sesso opposto: la copertura assicurativa dei deputati spetta a tutte le famiglie di fatto, e non solo a quelle eterosessuali”. “Ora che abbiamo finalmente fissato questo elementare principio, bisogna che il Parlamento sancisca in tutta fretta che ciò che si applica ai deputati deve applicarsi a tutti i cittadini – scrive ancora Scalfarotto sul suo blog – Perché non va bene se siamo tutti uguali, ma poi qualcuno è più uguale degli altri”.
Hanno votato a favore Pd, Pdl e Sel, mentre M5S, Scelta civica e Fratelli d’Italia si sono astenuti. La Lega Nord ha invece votato contro. Durante la votazione in particolare il Movimento Cinque Stelle ha scelto l’astensione perché il provvedimento: “È un privilegio della casta”, ha spiegato la portavoce Roberta Lombardi. Già nella scorsa legislatura Anna Paola Concia (Pd) aveva chiesto, senza riuscire nel suo intento, il provvedimento in questione. Alla luce della decisione ora dovrà essere modificato il regolamento interno alla Camera.
Forse si tratta di un “antipasto” della discussione in Aula di una proposta di legge sulle unioni gay. E lo conferma il leader di Sel Nichi Vendola su Twitter: “Finalmente l’acquisizione di un diritto. Ma non deve essere un privilegio per pochi. È un diritto che spetta a tutti gli italiani”.