Banche sull’orlo del baratro. I furbetti dei crediti deteriorati. Dopo l’Etruria è assalto al Monte dei Paschi di Siena

Tra i consulenti del salvataggio Mps spunta Fonspa, società già finita sotto il faro dei pm per una maxioperazione perfezionata con Etruria

di Stefano Sansonetti

Nel sedicente piano di salvataggio di Mps, operazione di ingegneria finanziaria scritta dalle solite banche estere, non si poteva certo rinunciare al classico stuolo di consulenti. Alcuni dei quali protagonisti nel recente passato di alcune vicende a dir poco opache. Un dettaglio curioso, da questo punto di vista, emerge direttamente da quella parte del piano di “rilancio” che prevede la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati di Rocca Salimbeni, del valore nominale di 27 miliardi di euro, a un prezzo di poco più di 9 miliardi. Si tratta della tanto sbandierata maxi-cartolarizzazione, la più grande nella storia bancaria italiana. Prima di far luce sui consulenti di turno, e spiegare cosa si muova dietro le quinte, occorre però soffermarsi sul meccanismo.

IL MARCHINGEGNO – I crediti “cattivi” di Mps saranno ceduti a un’entità ad hoc, la cosiddetta società veicolo. La quale, per pagare questi 9 miliardi all’istituto senese, si finanzierà emettendo tutta una serie di bond e titoli. E qui arriviamo ai fatidici consulenti. Si dà infatti il caso che parte di questi titoli, per circa 1,6 miliardi di euro, sarà sottoscritta dal Fondo Atlante, gestito dalla Qaestio sgr di Alessandro Penati, quello da mesi coinvolto nella complicata partita dello smaltimento di crediti deteriorati delle banche italiane. Nella vicenda senese il Fondo Atlante è assistito in qualità di consulente da una società che si chiama Fonspa. In pratica dovrà aiutare il Fondo nel censimento dei crediti deteriorati in pancia a Rocca Salimbeni. Ma chi è Fonspa? Si tratta di una società esperta del settore, controllata dal gruppo Tages. Quest’ultimo è guidato dal finanziere Panfilo Tarantelli, ma nel suo organigramma vanta altri nomi di peso. Dal sito internet, per esempio, si apprende che ancora oggi consigliere di Tages sgr è il fiorentino Lorenzo Bini Smaghi, banchiere molto vicino al giglio magico (oltre che presidente di Société Générale e Chianti Banca). Come presidente di Tages holding troviamo Umberto Quadrino, già amministratore delegato di Edison. Ma dagli organigrammi di qualche mese fa risulta che nei ruoli di vertice del gruppo Tages-Fonspa sono transitati anche l’attuale presidente della Ior, Jean-Baptiste de Franssu, e l’ex ministro Piero Gnudi. Ai più, però, sembra essere sfuggita una strana operazione di cui Fonspa è stata protagonista alla fine del 2015. Ebbene, il 17 novembre dell’anno scorso Fonspa comunicò di aver comprato crediti deteriorati dalla disastrata Banca Etruria (quella di cui è stato vicepresidente il papà del ministro Boschi) del valore nominale di 300 milioni. Il tutto a un prezzo di acquisto, come emerse successivamente, di 49 milioni. In altri termini un prezzo stracciato. Per di più l’operazione, autorizzata anche dalla Banca d’Italia, venne perfezionata a una manciata di giorni dall’approvazione del decreto salva banche da parte del Governo guidato da Matteo Renzi.

GLI SVILUPPI – Il fatto è che da qualche settimana, complici anche due esposti presentati da alcune associazioni, quell’operazione del novembre 2015 è sotto la lente della procura di Arezzo. Che di certo avrà avuto modo di leggere anche la ricostruzione che di quella stessa cessione è stata fatta dal commissario liquidatore dell’Etruria, Giuseppe Santoni. Insomma, come consulente nella complicata gestione della vicenda senese, il Fondo Atlante ha reclutato una società che con tempismo eccezionale, e a un prezzo stracciato, qualche mese fa ha acquisito un corposo pacchetto di crediti deteriorati dell’Etruria, proprio mentre la banca stava sprofondando. E questo destando l’attenzione della procura. Ma nell’operazione Mps altri consulenti saranno necessari. La tranche più grossa dei bond emessi dalla società veicolo, pari a 6 miliardi (con garanzia di Stato), sarà offerta a investitori istituzionali. I titoli, sui quali gli stessi investitori vorranno certo mettere a segno lauti guadagni, dovranno avere un rating. E quindi sarà necessario pagare le varie Agenzie. Che la mole di questi passaggi possa veramente salvare Mps è tutto da dimostrare.

Twitter: @SSansonetti