Un dossier dei servizi segreti aveva avvertito: le Poste sono nel mirino degli anarchici

I Servizi segreti italiani lo sanno. Hanno messo a fuoco già da tempo il fatto che gli uffici delle Poste possono risultare un bersaglio per anarchici.

I Servizi segreti italiani lo sanno. Hanno messo a fuoco già da tempo il fatto che gli uffici postali possono risultare un bersaglio da parte dei movimenti anarchici. Ieri è assurto agli onori della cronaca il caso della bomba rudimentale scoppiata a Roma, zona Testaccio, vicino alle Poste di via Marmorata. E subito si è detto che gli inquirenti seguono la pista anarchica. Senza però spiegare il perché. E soprattutto senza aggiungere che i nostri apparti di sicurezza conoscono per filo e per segno la ragione dei rischi corsi degli uffici postali. Per capire la situazione bisogna recuperare la Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2016, in pratica l’ultimissimo report governativo depositato lo scorso febbraio in Parlamento per illustrare l’attività svolta l’anno scorso dai nostri Servizi segreti.

Il documento – Ebbene, all’interno del documento c’è un capitolo che si intitola “Spinte eversive e anti-sistema”. L’analisi prende l’abbrivio proprio dal “censimento” del fenomeno anarchico, in particolare quello riconducibile alla Fai/Fri (Federazione anarchica informale/Fronte rivoluzionario internazionale). A un certo punto la relazione dice che “proseguiranno altresì le campagne di lotta già intraprese da altre componenti anarco-insurrezionaliste su ulteriori fronti, a partire da quella contro i Cie, Centri di identificazione ed espulsione”. Come mai gli anarchici sono contro i Cie? Molto semplice, perché in linea generale il movimento vede nei migranti i nuovi oppressi, in pratica una sorta di proletariato prigioniero e vittima delle nuove forme di sfruttamento. Espressioni ideologiche, per carità, che però fanno parte della filosofia anarchica. Secondo la quale, spiega il dossier, i Cie stessi sono come “lager del terzo millennio”. Dopodiché a pagina 71, in un box dedicato proprio al tema dei migranti, la Relazione spiega che i movimenti anarchici nel corso del 2016 hanno anche redatto un opuscolo con i nomi di imprese nemiche, in quanto fornitrici proprio dei Centri. Di più, perché alcune di queste imprese sono state destinatarie di plichi esplosivi. Insomma, una situazione tutt’altro che semplice. Infine si arriva al passaggio più interessante, soprattutto alla luce di quello che è successo a Roma ieri mattina”.

Il passaggio – “Dopo la pubblicazione a fine aprile di un’edizione aggiornata dello stesso opuscolo”, prosegue la relazione, “si sono intensificate le azioni, per lo più a carattere vandalico, contro filiali del gruppo Poste italiane”. Ed eccoci al punto. Perché gli anarchici vedono le Poste come società nemica? Lo si spiega subito dopo. La ragione sta nel fatto che il gruppo è “ritenuto anch’esso complice del meccanismo di espulsione degli stranieri irregolari, in quanto proprietario di una compagnia aerea impiegata nel rimpatrio dei migranti”. Il riferimento è alla Mistral Air, controllata da Posta, che in effetti viene impiegata anche per questa funzione. Un dato è certo. Al di là dell’attribuzione della bomba di ieri mattina, i nostri apparati di sicurezza e il Governo hanno già ben presente che gli uffici postali, oggi, possono essere a rischio. Al punto che questo pericolo è stato messo nero su bianco in una relazione ufficiale.