Battaglia per il vertice di Viale Mazzini. Foa adesso rischia di non farcela per la presidenza Rai. Senza il sostegno di Forza Italia il giornalista non ha i voti necessari in Commissione di Vigilanza

Con l'ok della Meloni a votare Foa per la presidenza Rai si è sbloccata la partita in Cda. Ma in Commissione sono necessari anche i voti di Forza Italia

Oggi alle 17 è convocata la prima riunione del nuovo consiglio di amministrazione della Rai che sarà presieduta da Marcello Foa, il giornalista indicato dal Governo come nuovo presidente di Viale Mazzini, in quanto consigliere anziano, ma sul cui nome i partiti sono ancora discordanti perché Foa è ritenuto un “sovranista”. Con la riforma della Rai il nuovo consiglio di amministrazione è composto da sette membri. Quattro componenti li ha eletti il Parlamento: Rita Borioni (PD), Beatrice Coletti (M5S), Igor De Biasio (Lega) e Gianpaolo Rossi (Fratelli d’Italia).  C’è poi Riccardo Laganà come rappresentante dei dipendenti della Rai e poi Fabrizio Salini indicato  come amministratore delegato e Foa come presidente. Una volta formalizzata la nomina dell’amministratore delegato, il cda dovrà nominare anche il presidente. Non dovrebbero esserci problemi a spuntarla oggi. I problemi sorgono in Vigilanza.

Domani affinché la carica di presidente diventi effettiva, la nomina dovrà passare l’esame della Commissione parlamentare per la vigilanza Rai dove però servono i due terzi dei voti. E dove la maggioranza ne ha soltanto 21 (14 i 5Stelle e 7 la Lega). Un aiuto arriva da Fratelli d’Italia come annunciato ieri dalle parole di Giorgia Meloni:  “Il Pd ha parlato di lottizzazione sulla Rai, dopo quello che ha fatto Renzi. E’ veramente ridicolo. Tacciano. Diciamo che il loro comportamento ci ha convinto a votare Marcello Foa presidente della Rai Non ho condiviso il metodo sulla scelta di Foa – ha sottolineato la Meloni – c’entra poco con il cambiamento. Ma essere sovranisti in Italia non è reato”.  Con i due voti di Fratelli d’Italia Foa può contare 23 voti, ma ne servono 27. Un voto non è legato ad alcun partito, ma comunque da solo non basterebbe per far passare in Vigilanza il nome di Foa. Con Partito democratico e Leu che hanno già annunciato che non voteranno il nome di Foa, l’ultima speranza per superare lo scoglio è riuscire a convincere Forza Italia a votare come presidente l’ex giornalista del Giornale di Berlusconi. Gli azzurri però reclamano una direzione di un Tiggì.