Inevitabile: il Consiglio di Stato ha dato parere favorevole alla destituzione del consigliere Francesco Bellomo, accusato di aver obbligato le allieve della sua scuola per futuri magistrati a presentarsi ai corsi in minigonna e a rispettare un “decalogo” anche attinente la sfera privata. Gli oltre 70 consiglieri hanno preso la quasi all’unanimità. All’esito della seduta, presieduta dal presidente aggiunto Filippo Patroni Griffi, è stato votato – a quanto si apprende – il parere “conforme” alla decisione del Cpga, il Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa dello scorso 27 ottobre di destituzione di Bellomo.

Ora si attende di conoscere le motivazioni della decisione, che saranno depositate domani. Il giorno successivo, è già fissata la prima seduta del Consiglio di presidenza, l’organo di autogoverno della magistratura amministrativa, che dovrà “ratificare” il parere adottando la delibera di destituzione. Da quel momento Bellomo sarà destituito, anche se per avere l’effettiva uscita dai ruoli della magistratura amministrativa bisognerà attendere il decreto del presidente della Repubblica, che renderà esecutivo il provvedimento.

La decisione presa dall’organo di autogoverno della magistratura amministrativa ha pochi precedenti nella storia giudiziaria italiana. Bellomo è indagato per aver ricattato allieve della scuola “Diritto e Scienza”, da lui diretta, che venivano preparate al concorso di accesso alla magistratura.

Secondo la denuncia del padre di una di loro, che ha fatto scoppiare il caso, alle borsiste venivano imposte minigonne, tacchi a spillo e trucco marcato, oltre alla risoluzione del contratto se si fossero sposate.Sulle vicende che hanno portato il Consiglio di Stato alla decisione di oggi, diverse procure hanno aperto indagini nelle quali si ipotizzano reati che vanno dall’estorsione, alle minacce. A seguito delle denunce, il pm di Rovigo Davide Nalin, assistente di Bellomo e anche lui finito sotto indagine, è stato sospeso dal Csm.