Benigni fa davvero ridere. Per difendere Renzi la spara grossa: “La vittoria del no al referendum peggio della Brexit”

Uno spot per il "sì" al referendum, che diventa una macchietta. Roberto Benigni, sostenitore della riforma costituzionale, ha paragonato la vittoria del "no" alla Brexit.

Uno spot per il “sì” al referendum, che diventa quasi una macchietta. Roberto Benigni, sostenitore della riforma costituzionale, ha paragonato la vittoria del “no” alla Brexit con un Paese in sostanziale disarmo. “Se vince il no il morale va a terra, peggio della Brexit. I costituenti stessi hanno auspicato di riformarla la seconda parte, poi c’è la maniera di migliorarla ma se non si parte… Non è come qualcuno dice la riformeremo dopo. No, non accadrà mai più”, ha detto l’attore comico nell’intervista a Le Iene.

Benigni si è poi difeso dall’accusa di aver contraddetto gli spettacoli fatti per la Costituzione. “I primi 12 principi della Costituzione sono intoccabili e la prima parte, diritti e doveri, sono straordinariamente belli e intoccabili. La nostra Carta è la più bella del mondo. È stato un miracolo, i nostri costituenti ci hanno fatto volare e hanno illuminato le macerie. E così l’Italia si è rialzata. Per la seconda parte, però, già i costituenti auspicavano un miglioramento”. La presa di posizione del premio Oscar ha suscitato qualche ironia tra i sostenitori del “no”. “Non ci resta che sorridere”, ha detto il deputato di Possibile, Pippo Civati, parafrasando il titolo del film Non ci resta che piangere interpretato da Benigni con Massimo Troisi. Molto più dura la replica del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta: “La notizia del giorno non è che Benigni tifa per Matteo Renzi, la notizia del giorno è che Benigni tiene famiglia”.

Anche il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, non ha risparmiato l’attacco all’attore: “Pensavo che Benigni fosse un intellettuale di sinistra che sapeva recitare e fare il comico, mentre in questa situazione dimostra purtroppo di essere solo un giullare di corte. Peccato!”.