Berlino ha paura dei 5 Stelle. Pure per Schäuble Basta un Sì: altro aiutino a Renzi in vista del referendum

Berlino ha paura dei 5 Stelle. Pure per Schäuble Basta un Sì: altro aiutino a Renzi in vista del referendum

Dopo quello di Angela Merkel e del ministro dell’Interno Thomas de Maizière, a pochi giorni dal referendum Matteo Renzi ha incassato da Berlino un altro endorsement pesante: quello di Wolfgang Schäuble. Ieri il ministro delle Finanze tedesco, con cui proprio la scorsa settimana il presidente del Consiglio aveva dato vita ad un polemico botta e risposta sul controllo dei bilanci dei singoli paesi europei, ha spiegato che se fosse italiano domenica 4 dicembre voterebbe a favore della riforma costituzionale. L’ex sindaco di Firenze “ha intrapreso diverse riforme e trasmette più fiducia di altri di poter fare i passi in avanti di cui l’Italia ha urgentemente bisogno”, ha spiegato Schäuble. Per questo “gli auguro ogni successo” e “anche se dovesse andar male spero che continuerà a cercare altre vie per far avanzare l’Italia”. Insomma, il messaggio è chiaro: niente Governo tecnico, “Matteo” resti dov’è in qualsiasi caso. Un appoggio incondizionato di cui, del resto, non c’è da stupirsi. La Germania ha infatti tutto l’interesse affinché il premier esca vincitore dalla partita referendaria, visto che un successo del No aprirebbe – in ottica tedesca – alla possibile avanzata del Movimento 5 Stelle, che si è più volte scagliato contro “l’Europa germanocentrica”.

Parole stonate – Non solo. Proprio poche ore prima dell’endorsement di Schäuble al premier, il leader in pectore dei pentastellati, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, aveva spiegato che l’Italia e gli altri Stati dell’Unione europea dovrebbero tenere dei referendum per decidere se lasciare o meno la moneta unica. “Non dovremmo prendere la decisione al posto dei cittadini, dobbiamo dare loro la possibilità di decidere da soli sulla questione – ha detto il deputato grillino –. Spero che sarà possibile per gli altri membri tenere referendum sul destino ulteriore anche dell’euro”. Di più: Di Maio ha aggiunto che la Germania è l’unico stato che ha beneficiato dell’esistenza della moneta unica mentre il nostro Paese ha perso il 25% della ricchezza nazionale. Musica che deve essere suonata parecchio stonata alle orecchie della cancelliera tedesca e del suo ministro delle Finanze.

Botta e risposta – Ma se da una parte il premier può fare affidamento sul sostegno di Berlino, dall’altra deve fare i conti con le dure posizioni di Jeroen Dijsselbloem. Ieri il presidente dell’Eurogruppo ha espresso le sue riserve sulla proposta della Commissione europea di dare maggiore spazio di manovra alle politiche di bilancio nell’ottica di sostenere la crescita. Un pallino di Renzi. L’Eurozona, ha detto Dijsselbloem, “non è ancora abbastanza stabile” per procedere in un percorso di espansione di bilancio e una simile strada può essere imboccata solo dai paesi “che hanno uno spazio di bilancio per poterlo fare”. Secca la replica del numero uno di Palazzo Chigi: “Dijsselbloem non ha consapevolezza di cosa accade in Italia”.