Berlusconi fa piazza pulita del Pdl

di Vittorio Pezzuto

Fallito il tentativo di Angelino Alfano di frenarlo, Silvio Berlusconi accelera su Forza Italia e manda ufficialmente in soffitta il Pdl. Con un documento in 8 punti approvato all’unanimità dall’Ufficio di presidenza a fine serata, il Cavaliere consolida la sua leadership e si riprende il partito, azzerando tutti gli incarichi e assumendo pieni poteri, come previsto dallo statuto della vecchia Forza Italia. Nello stesso tempo, il leader azzurro conferma il sostegno al governo Letta (cui darà filo da torcere soprattutto sulla politica economica) e mette nell’angolo le ‘colombe’, costrette a congelare l’ipotesi di gruppi autonomi. Durante la riunione il leader azzurro mette in guardia dai rischi di una scissione e avverte: guai a sfasciare tutto, dobbiamo fare di tutto per restare uniti. Un concetto ribadito anche in conferenza stampa, quando getta acqua sul fuoco davanti a tv e fotografi: «Non nutro una particolare preoccupazione sul fatto che il partito continuerà a stare insieme per difendere i nostri valori e i nostri programmi».

Ramoscelli d’ulivo
Proprio per questo dispensa ramoscelli d’ulivo ad Angelino Alfano, tuttora indeciso su quale strategia adottare di fronte allo show-down del Cavaliere. «Il nostro ministro dell’Interno gode del mio affetto, della mia stima e della mia amicizia» scandisce Berlusconi. «Sono stato io che l’ho proposto come mio successore nel congresso di due anni fa, e io credo che dovrà essere ancora lui ad avere questo ruolo». E ancora: «Io ho avuto tre ore di incontro con i nostri cinque ministri tra cui naturalmente c’è anche Angelino Alfano. E ho lo stesso sentimento di amicizia – aggiunge – nei confronti di coloro che hanno sottoscritto» il documento dell’Ufficio di presidenza e verso «coloro che hanno ritenuto di tenere una posizione diversa».

La tensione resta altissima
Nonostante le rassicurazioni del Cav sulla possibilità di ricucire le divisioni interne, la tensione resta però altissima. Di fatto, la spaccatura c’è, eccome. E la resa dei conti è solo rinviata al Consiglio nazionale del Pdl convocato per l’8 dicembre, giorno del Congresso dei Democrat. Intanto a esultare per la svolta non sono soltanto i falchi ma anche gran parte degli esponenti del Pdl. Ad esempio Mariastella Gelmini: «Forza Italia sarà un progetto nazionale aperto, capace di unire tutto il centrodestra per difendere i valori della tradizione cristiana, della vita, della solidarietà e per promuovere contro la crisi profondi interventi liberali in economia. Il presidente Berlusconi saprà non solo appassionare alla politica milioni di Italiani ma ricercherà, con la saggezza e l’equilibrio che lo contraddistinguono, l’unità del partito e il coinvolgimento pieno anche di coloro che oggi sbagliando non hanno preso parte all’Ufficio di presidenza». Ad Alfano non è rimasto che motivare con un po’ di ironia il forfait all’Ufficio di presidenza: «Il mio contributo all’unità del nostro movimento politico, che mai ostacolerò per ragioni attinenti i miei ruoli personali, è di non partecipare, come faranno altri, all’Ufficio di presidenza. Il tempo che ci separa dal Consiglio nazionale consentirà a Berlusconi di lavorare per ottenere l’unità». L’ultimo Consiglio nazionale del Pdl, degno di nome, è quello del 1 luglio 2011, celebrato all’Auditorium della Conciliazione, che elesse per acclamazione segretario Alfano. Da quella investitura tanta acqua è passata sotto i ponti e ora si trova al bivio: rompere e costruire un partito centrista con quella parte del Pdl che si staccherà e Mauro e Casini. Oppure bere l’amaro calice e restare, aspettando che la bufera passi.

Renzi nervoso
Sarà pure, ma intanto Berlusconi intende accelerare sul fronte dell’organizzazione della nuova Forza Italia e avrebbe già affidato all’ex governatore veneto Giancarlo Galan il compito di fare scouting e trovare nuove leve da inserire nella squadra che farà parte della  struttura organizzativa della rinata cosa azzurra. Resta comunque un dato di fondo: il ritorno prepotente sulla scena di Silvio Berlusconi scompagina i piani anche di chi a sinistra aveva troppo frettolosamente archiviato la sua stagione politica. Ad accusare più di tutti il colpo sembra essere lo stesso Matteo Renzi. Ieri sera il sindaco di Firenze, intervistato per l’ennesima volta a Otto e Mezzo, ha rilasciato un commento sprezzante: «Basta stare dietro alle paturnie di Berlusconi» che «ogni giorno cambia idea» anche perché «ormai il Cavaliere non ha più i numeri». Parole che tradiscono un certo nervosismo per un concorrente che fino a ieri veniva dato per politicamente finito.