Berlusconi il Palazzo e il Paese

di Gaetano Pedullà

Una prova di quanto sia distante l’Italia dal Palazzo? Il processo Mediaset in Cassazione. Oggi pomeriggio avremo la sentenza, dopo tre giorni di battaglia, meticolose requisitorie e altrettanto approfondite strategie difensive. Non esattamente come accade a un qualunque cittadino che chieda giustizia. Sì, d’accordo, direte che qui c’è di mezzo la sopravvivenza del governo, il futuro del centrodestra, i destini personali e forse in parte anche aziendali di un signore che nel bene e nel male ha fatto la storia di questo Paese. Se la corte confermerà l’interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, molte cose non saranno più come prima. Logico, dunque, che l’udienza si prolunghi. Ma se il monito che ci rassicura in ogni aula di giustizia di questo Paese, da Marsala a Pordenone, e cioè La legge è uguale per tutti, poi diventa La legge spacca il capello in quattro per Berlusconi oppure La legge non ha tempo per i comuni cittadini, allora sì che abbiamo due pesi e due misure insopportabili. Ieri il Corriere della Sera faceva notare che la stessa Corte di Cassazione che deciderà oggi sul Cavaliere, fino al minuto prima dell’udienza Mediaset aveva deciso su diversi procedimenti, anche complicati, aprendo e chiudendo i casi in appena pochi minuti. Niente di diverso da quanto capita a quasi tutti i cittadini cui capiti di affrontare un processo. Giudici oberati di lavoro, spesso palesemente stanchi, in qualche caso altrettanto palesemente svogliati, sommersi da montagne di documenti, se va bene ascoltano sbrigativamente gli avvocati. E poi decidono, lasciando quasi sempre alle parti la sensazione di aver giudicato sulla base di dati incompleti, non approfonditi, e magari utilizzando dispositivi preconfezionati. Una terribile percezione, perché se cade l’affidamento nella giustizia, cade il senso stesso dello Stato. Attendiamo quindi con curiosità la sentenza di stasera, ricordando che in genere al terzo giorno (di processo) c’è la resurrezione. Ma anche qui non possiamo non osservare che la giustizia non è uguale per tutti.