Berlusconi si aggrappa al Tar

di Clemente Pistilli

Berlusconi vuole tornare a viaggiare. Vuole essere libero di uscire dai confini nazionali e prendere parte agli appuntamenti europei con gli altri leader di partito. Il nuovo rifiuto del passaporto, il secondo da quando il documento gli è stato ritirato per la condanna definitiva al termine del processo sui diritti tv Mediaset, il Cav non l’ha proprio digerito. Dopo aver preannunciato che avrebbe fatto ricorso alla Corte di giustizia europea e chiesto una revisione dello stesso processo, il presidente di Forza Italia ha più semplicemente deciso di bussare alla porta dei giudici amministrativi, sperando di risolvere il problema degli spostamenti con un ricorso. E il destino dell’ex premier è ora nelle mani del Tar del Lazio.

Bloccato a casa sua
La condanna definitiva nel processo per frode fiscale è arrivata a Silvio Berlusconi l’estate scorsa, quando la Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso. Quattro anni di reclusione, tre coperti da indulto e uno da scontare, o agli arresti domiciliari o con l’affidamento in prova ai servizi sociali, come chiesto dal leader azzurro e su cui si deve pronunciare il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Nell’attesa che i giudici decidano la pena è stata sospesa, ma la sentenza della Suprema Corte ha già comportato la fuoriuscita di Berlusconi dal Parlamento, in applicazione della legge Severino sulle incompatibilità, e il ritiro del passaporto. Il documento, nel momento in cui la condanna è andata in esecuzione, ad agosto è stato consegnato alla Digos di Roma e il Cav da allora si trova impossibilitato a uscire dall’Italia.

No ai viaggi
L’ex premier, a dicembre, è tornato a chiedere il passaporto, per partecipare al congresso del Partito popolare europeo a Bruxelles. Agli inquirenti milanesi non è importato nulla che la richiesta fosse per un viaggio verso un altro Paese dell’Unione europea. La legge, secondo le toghe meneghine, è chiara e il Cav non può uscire dai confini nazionali, dovendo ancora scontare la pena. La richiesta del passaporto è stata così respinta. Un appello analogo è stato fatto nei giorni scorsi da Berlusconi per partecipare sempre a un appuntamento politico in Europa, il vertice del Ppe a Dublino. Ma da Milano è arrivato l’ennesimo stop e l’ex presidente del Consiglio ha dovuto di nuovo lasciare le valigie nell’armadio.

Battaglia legale
Mentre attende una decisione sulla pena che deve scontare, Berlusconi non sembra più disposto a dover rinunciare alla ribalta europea. Il passaporto per lui è diventato una questione di una certa importanza. Al fine di ottenere nuovamente l’agognato documento, il Cav questa volta ha così deciso di rivolgersi nuovamente ai giudici, ma a quelli amministrativi. Il leader di Forza Italia ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro il Ministero dell’interno e contro la questura di Roma. Berlusconi ha chiesto al Tribunale amministrativo di annullare il provvedimento con cui è stata rigettata la sua richiesta di revocare le cosiddette ostative all’espatrio. Un ricorso presentato tramite gli avvocati Guerino Fares, Luigi Medugno e Annalisa Lauteri, basato sulla legge sui passaporti del 1967. La norma prevede che non possono ottenre il passaporto quelli che devono espiare una pena, a meno che non venga loro dato il nulla osta da parte dell’autorità che deve curare l’esecuzione della sentenza. E proprio su quest’ultimo aspetto punta l’ex premier. Per Berlusconi non ci sono ragioni per negargli il passaporto, come fatto sinora dai giudici milanesi e, nello specifico, dall’ufficio esecuzione della Procura della repubblica meneghina. Una volta esaminato il ricorso, i giudici amministrativi romani dovranno ora decidere se sospendere l’atto impugnato dal Cav e poi se annullare lo stesso. La possibilità di Berlusconi di tornare protagonista in Europa, leader tra i leader, è così legata al Tar del Lazio, un ufficio che ha sempre più in mano le sorti del Paese. E un primo pronunciamento è atteso a breve. La decisione dei giudici amministrativi risulterà inoltre rilevante anche in vista dell’annunciata candidatura del leader di Forza Italia alle prossime elezioni europee. La possibilità di una revisione del processo o un intervento della Corte europea prevedono tempi mediamente lunghi. Berlusconi ha fretta e lo strumento più rapido potrebbe essere proprio il Tar.