Bilanci irregolari o in ritardo. Record di Comuni inadempienti. Quasi il 75% degli Enti ha violato la normativa

Quindi, su 8.014 Comuni obbligati a inviare questi documenti, 6.326 hanno commesso diverse violazioni

Comuni in affanno o amministratori inefficienti? Qualcosa nella macchina amministrativa si inceppa. Forse un po’ troppo spesso. Fa riflettere, infatti, il numero di Comuni inadempienti per la mancata approvazione del conto consuntivo entro i termini previsti dalla legge o per non avere inviato in tempo i documenti contabili relativi al rendiconto di gestione 2017. Ben il 75% ha commesso gravi irregolarità. A dirlo è proprio il Governo, che lo mette nero su bianco rispondendo a un’interrogazione presentata dal capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, Luigi Marattin.

Marattin vuole sapere precisamente il numero dei Comuni che non hanno rispettato gli obblighi normativi. E i dati che l’Esecutivo fornisce sono emblematici. Infatti, sono 2.087 i Comuni che non hanno inviato gli schemi di bilancio (ovvero è inadempiente il 26%); 2.203 quelli che non hanno trasmesso i dati contabili analitici (il 24%); e 2.036 quelli che non hanno trasmesso il piano degli indicatori e dei risultati attesi. Quindi, su 8.014 Comuni obbligati a inviare questi documenti, 6.326 ha commesso diverse violazioni. Ma che cosa prevede la normativa? Il decreto legislativo n. 267 del 2000 stabilisce che in caso di mancata approvazione del rendiconto di gestione entro il 30 aprile dell’anno successivo si applicano le procedure contenute nel decreto. Cioè, se la Giunta non ha predisposto lo schema di bilancio nel termine previsto, il prefetto nomina un commissario affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al Consiglio. Quando quest’ultimo non abbia provveduto ad approvare lo schema, allora il prefetto gli dà un ulteriore termine di 20 giorni trascorso il quale, poi, nomina un commissario che si sostituisce all’amministrazione inadempiente e inizia la procedura di scioglimento del Consiglio. L’interrogazione dell’onorevole Marattin è incentrata proprio sulla disciplina sanzionatoria prevista nei confronti dei Comuni per i quali sono state registrate la mancata approvazione del bilancio di previsione, del rendiconto, del bilancio consolidato e il mancato invio di tali documenti alla Banca dati delle pubbliche amministrazioni. Sempre Marattin fa riferimento, inoltre, al successivo decreto legge del 2016 con il quale si stabilisce che, nei casi in cui vengano accertate queste irregolarità, ci sia il blocco delle assunzioni.

Quando si tratta di mancata approvazione del bilancio e del rendiconto è chiamato in causa lo Stato che, attraverso il prefetto, può intervenire fino a sciogliere il consiglio comunale. La sanzione del blocco alle assunzioni di personale ricade, invece, direttamente sull’Ente locale. La risposta che il Governo dà a Marattin è significativa in termini numerici e non solo. Bisogna capire dove si inceppa il meccanismo. Perché, a volte, capita anche che i sindaci hanno difficoltà a trovare materialmente chi si debba occupare di inviare i documenti contabili.

Di Pangrazio (Ass. Ragionieri): “Poco personale e iter complesso”

8pangrazio“E’ evidente che i Comuni sono tartassati da richieste di controllo da parte di troppi organi”. Gianni Di Pangrazio, presidente dell’Associazione dei ragionieri, fa un’analisi precisa sull’elevato numero di Comuni inadempienti. Per l’ex sindaco di Avezzano il problema è complesso. Quando il consuntivo non viene approvato nei termini di legge si tratta “di una questione di natura organizzativa o politica. Un Comune ben organizzato – spiega – deve rispettare i termini”. Ostacolo diverso nel caso di mancata trasmissione dei dati. “Spesso, specie nei piccoli Comuni – aggiunge – capita che manca proprio il ragioniere che deve redigere i conti. Inoltre, gli Enti sono obbligati a comunicare i dati a diversi organi di controllo e non più soltanto alla Corte dei Conti regionale. Ciò va ad aggravare il carico di lavoro, in particolare dei piccoli Comuni, dove esiste una carenza di personale perché dopo il 2010 c’è stato il blocco delle assunzioni”. Di Pangrazio, che ricopre anche il ruolo di vice presidente dell’Anci Abbruzzo, conosce bene le difficoltà che vivono le amministrazioni comunali: “Chi ha governato non aveva conoscenza e contezza dei problemi che esistono nei Comuni. Il blocco delle assunzioni e il maggior numero di trasmissioni da inviare agli organi di controllo hanno portato a una complicazione di tutta l’attività amministrativa. I sindaci si sono trovati a dover affrontare un carico di lavoro senza il personale necessario. Perciò vanno semplificate le procedure”.