Blitz della polizia francese a Bardonecchia, la Farnesina convoca l’ambasciatore: “Con Parigi rapporti a rischio”. Salvini: “Via i diplomatici”

“Abbiamo chiesto spiegazioni al governo francese e all’Ambasciata di Francia a Roma, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione”. La reazione del ministero degli Esteri in relazione all’episodio avvenuto ieri a Bardonecchia (Torino), dove 5 agenti delle dogane francesi hanno fatto irruzione armati nella sala della stazione e hanno costretto un migrante, sospettato di essere uno spacciatore, a sottoporsi al test delle urine, non si è fatta attendere.

Così come pure la replica di Parigi. “Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo (sugli uffici di controlli transfrontalieri) del 1990 in condizioni di rispetto della legge e delle persone”, rende noto un comunicato del ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, cui fanno capo i doganieri.

Nel pomeriggio, il ministero degli Esteri ha convocato l’ambasciatore francese a Roma, Christian Masset. Al termine del faccia a faccia la Farnesina ha emesso una nota di rammarico. “Il Direttore Generale Giuseppe Buccino – recita il documento – ha mostrato all’ambasciatore Masset lo scambio di comunicazioni intervenuto nel corrente mese tra Ferrovie dello Stato italiane e Dogane francesi, da cui emerge chiaramente come queste ultime fossero al corrente che i locali della stazione di Bardonecchia, precedentemente accessibili ai loro agenti, non lo siano più, essendo adesso occupati da una organizzazione non governativa a scopo umanitario. Peraltro, proprio per discutere insieme della questione, i due Paesi avevano deciso di incontrarsi presso la Prefettura di Torino il prossimo 16 aprile a livello tecnico. Quanto avvenuto mette oggettivamente in discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera».

Ancora più dura successiva presa di posizione del Viminale: quest’ultimo starebbe valutando l’opportunità di sospendere le incursioni all’interno di tutto il territorio italiano da parte delle forze di polizia e dei doganieri francesi.

A denunciare lo sconfinamento è stata la Rainbow4Africa, Ong che assiste i migranti che tentano di varcare la frontiera delle Alpi per raggiungere la Francia.

Una “grave ingerenza nell’operato delle Ong e delle istituzioni italiane”, è scritto nella nota diffusa dalla Ong, che ha ricordato come “un presidio sanitario” sia “un luogo neutro” e perciò “rispettato anche nei luoghi di guerra”. “Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni – ha rincarato la dose Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa –. Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti”. “Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l’Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità umana, intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione – ha aggiunto l’avvocato Lorenzo Trucco, presidente di Asgi, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione –. Si valuterà pertanto ogni possibile azione per contrastare simili comportamenti”. Durissima anche la reazione del sindaco, Francesco Avato. “Non si permettano mai più”, ha tuonato, dopo aver sottolineato come i 5 agenti francesi “non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro” perché “quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori: i volontari di Raimbow4Africa, come altre realtà, collaborano con il progetto. L’accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. È uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza”. La notizia ha scatenato una raffica di reazioni politiche. “Altro che espellere i diplomatici russi, qui bisogna allontanare i diplomatici francesi! – ha tuonato il leader della Lega, Matteo Salvini –. Con noi al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo noi”. Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex premier, Enrico Letta. “Irruzione polizia francese Bardonecchia ennesimo errore su questione migranti. Poi in Europa si stupiscono dell’esito elettorale in Italia!”, ha scritto su Twitter.

“Quanto successo ieri – ha sottolineato l’europarlamentare del Pd, Daniele Viotti – è intollerabile e grave sul piano del rispetto dei diritti umani ed è inaccettabile dal punto di vista politico. La costante aggressività della polizia francese (che ha avuto il picco ieri, ma è ormai un dato) ha una evidente copertura da parte del proprio Governo che, a parole, si dichiara solidale con l’Italia nell’affrontare la questione migranti e profughi, mentre, di fatto, costruisce muri, come Ungheria, Polonia e Slovacchia”. Anche per Augusta Montaruli, neodeputata di Fratelli d’Italia, “il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Siamo una Nazione sovrana, non una provincia della Francia. Ma dopo il danno di essere lasciati soli sull’immigrazione, non assisteremo pure alla beffa di essere usati come la loro toilette”.

“È una cosa gravissima, stiamo perdendo il senso dello Stato”, ha affermato all’Ansa il neogovernatore della Lombardia, Attilio Fontana (Lega). “Manifesto – ha dichiarato Giuseppe Civati (Possibile) – tutta la mia solidarietà ai volontari e ai migranti vittime di questo arrogante blitz. Episodi del genere non devono accadere più, né da parte della Francia di Macron, per molti diventato un modello da imitare, né da parte di qualsiasi altro Paese. Proprio per questo motivo abbiamo messo, sin dopo le elezioni, la questione europea al centro del dibattito politico. Perché nell’Ue del futuro questi blitz non dovranno essere nemmeno immaginabili”.