Bruxelles ancora contro Google. Nel mirino shopping e pubblicità. Istruttoria pronta da parte della Commissione Ue. L’indagine su abusi di mercato iniziata 5 anni fa

L’Antitrust europeo torna in campo contro il colosso dei motori di ricerca, Google. Secondo indiscrezioni rilanciate ieri dal Financial Times, l’estate si annuncia calda per l’azienda tecnologica americana. Margrethe Vestager, la commissaria Ue per la Concorrenza, starebbe infatti ultimando il lavoro di istruttoria per aprire, entro agosto, un nuovo fronte contro il motore di ricerca riguardante un presunto abuso di mercato per i servizi di pubblicità e di shopping online.

IL NODO – Si tratterebbe di un passaggio ulteriore rispetto alle accuse di sfruttare illecitamente la sua posizione con il sistema operativo Android, che ha portato all’apertura di una indagine nell’aprile del 2015 che si è conclusa un anno dopo con la formalizzazione delle accuse che riguardano “le restrizioni imposte” ai produttori di smartphone e tablet Android e agli operatori di telefonia mobile, a cui il gigante di Mountain View impone di pre-installare sue app “come per esempio Google search”. Chiamando in causa anche i servizi forniti ad esempio attraverso AdWords, ci sarebbe un salto di qualità anche perché Bruxelles andrebbe a toccare direttamente uno dei tasti che hanno permesso ad Alphabet (il nome della holding formale di Google) di espandere i ricavi fino ai 74,5 miliardi di dollari del 2015. E, come noto, nel caso dovessero alla fine di tutto l’iter prevalere le accuse sulla difesa, la multa potrebbe arrivare al 10% del fatturato totale dell’azienda che si è comportata in maniera contraria alla concorrenza. In particolare, preoccupano le restrizioni imposte ai clienti e che impedirebbero loro di passare facilmente ad altre offerte.

IL CORSO – Bloomberg ha ricordato ieri che le indagini sono partite oltre cinque anni fa e hanno riguardato in particolare i contratti sottoscritti con i siti che mettono fuori servizio le pubblicità diverse da quelle di Mountain View. Si potrebbe trattare anche di una strategia complessiva per puntellare la posizione europea nell’ambito delle complesse relazioni tra l’Antitrust di Bruxelles e Google stessa, in vista di un accordo che Vestager spera di raggiungere in tempi brevi. Non è certo la prima volta che il gigante informatico viene messo alle strette per le sue posizioni di “forza” nel mercato. A partire, ma questa è una partita ancora tutta da giocare, dalla questione fiscale.