I desideri nascosti del kamikaze. Ibrahim El Bakraoui: “Non voglio finire in cella con Salah”

Le ultime volontà di Ibrahim Bakraoui erano su un computer, abbandonato in un cestino della spazzatura, fuori da un appartamento di Bruxelles. Un indirizzo fornito dal tassista che ha portato gli uomini fino all’aeroporto. In quel documento il testamento di uno degli attentatori suicidi entrati in azione nella capitale belga, nell’attacco allo scalo di Zavantem, mentre il fratello Khalid colpiva la metropolitana. È stata la procura federale belga ad annunciare il ritrovamento del testamento, in cui il terrorista esprimeva dei dubbi sull’azione che stava per compiere, consapevole di “doversi sbrigare” e aggiungendo: “Non so che fare, non sono più sicuro”. Secondo la procura federale, Bakraoui scriveva di temere di ritrovarsi “in una cella con Salah Abdeslam”, l’uomo in fuga per quattro mesi dopo gli attentati di Parigi e catturato pochi giorni fa proprio a Bruxelles. In un file audio parla invece nel desiderio di vendicare lui e la morte di Mohammed Belkaid, ucciso nell’operazione in cui fu preso il fuggitivo.