“Burocrati dal potere pazzesco e non c’è spoil system che tenga”. Parla Lannutti (M5S): è un sistema che governa il Paese da sempre

Lannutti porta avanti da anni la battaglia contro la tecnocrazia ministeriale

“Il problema investe tutti i ministeri, ma la vera madre di tutti i burocrati è il ministero dell’Economia, il sepolcro imbiancato che custodisce segreti inconfessabili”. Non ha dubbi il senatore del Movimento 5 Stelle, Elio Lannutti. Che la battaglia contro la tecnocrazia ministeriale la porta avanti da anni, dai tempi della presidenza dell’Adusbef.

Ma perché ce l’ha tanto con i burocrati ministeriali?
“Perché molti di loro, invece di fare gli interessi della Nazione, si occupano prevalentemente dei propri. Si ritengono i tenutari della verità giuridica e purtroppo non c’è spoil system che tenga: non si riesce a cacciarli”.

Eppure al Governo ci siete voi. Come se lo spiega?
“Bisognerebbe chiederlo al ministro dell’Economia Tria, che ha confermato tutti arrivando a difendere l’indifendibile: ricordate la manina dell’emendamento sulla Croce Rossa? A Tria, peraltro, andrebbe posta anche un’altra domanda”.

Approfitti per fargliela…
“Come mai a cinque mesi dall’insediamento del Governo non ha ancora assegnato le deleghe ai due vice ministri, Garavaglia e Castelli, e ai due sottosegretari, Villarosa e Bitonci?”.

Già che c’è azzardi pure una risposta.
“Forse perché quella ottusa tecnocrazia ricorda ancora le denunce per lo scandalo dei derivati di Stato. Dovevano assicurare al Tesoro l’andamento dei cambi e dei tassi ma hanno garantito solo gli interessi delle banche di affari, nelle quali sono stati assoldati negli anni ex ministri ed ex direttori generali”.

Di quali denunce parla?
“Di quella che, nel 2012, sollevai io stesso in Senato sul mega rimborso anticipato da 3,2 miliardi di euro alla sola Morgan Stanley. Un’operazione costata complessivamente al Tesoro 37,9 miliardi di euro in 10 anni su 161 miliardi di derivati stipulati in base a dei contratti che sono ancora segreti nonostante l’esposto firmato da oltre 100 tra deputati e senatori M5S, tra i quali Ruocco, Villarosa e Pesco, che presentammo in Procura a Roma”.

Risultato?
“Ad oggi non si sa ancora cosa contengano quei contratti capestro. L’unica cosa certa è che a beneficiarne sono state le banche. Come pure alcuni Paesi, che hanno stipulato contratti analoghi, ci hanno guadagnato mentre noi abbiamo perso l’equivalente della Manovra del Popolo appena varata dal Governo Conte”.

Se non ho capito male, secondo il suo ragionamento, ci sarebbe un vero e proprio sistema che fa opposizione extraparlamentare al Governo?
“Esattamente, un sistema che governa questo Paese. Magistrati di Tar, di Consiglio di Stato e della Corte dei Conti, che si difendono a vicenda e arrivano ovunque”.

Di certo non siete stati teneri neppure con altri organismi come ad esempio Bankitalia…
“Qui tocchiamo un altro dei problemi che soffoca la governabilità e indirizza l’azione dei governi. Un problema che arriva alle soglie del Quirinale, con tutto il rispetto che nutro nei confronti del Presidente della Repubblica Mattarella”.

Addirittura.
“Ieri (mercoledì, ndr) ha richiamato l’articolo 47 della Costituzione sulla tutela dei risparmi. Mentre Visco lanciava l’allarme sugli effetti dello spread per quegli stessi risparmi delle famiglie. Eppure non ho sentito sollevarsi né Mattarella né Visco quando, nel 2015, venne approvata la direttiva Brrd, meglio nota come Bail in, che ho più volte definito un vero e proprio esproprio del risparmio degli italiani. Oggi più di qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza prima di parlare. Ma le dirò di più”.

Ormai abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno…
“L’attuale ministro Paolo Savona era all’epoca presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Un anno fa mi raccontò che andò a Bruxelles per mettere in guardia sui rischi del Bail in Italia, un Paese notoriamente di risparmiatori. E sa qual è stato il risultato? Fu defenestrato dal Fondo”.