CambieRai direttori Tg. Via libera a Ida Colucci al Tg2 e Luca Mazzà al Tg3. Ma i dem Gotor e Fornaro si dimettono dal cda

Arriva il via libera del consiglio di amministrazione Rai alle nomine ai tg. Ida Colucci al Tg2 e Luca Mazzà al Tg3. La pafrtita si è chiusa 6 a 3.

Dopo tanti rumors, arriva il via libera del consiglio di amministrazione Rai alle nomine ai tg. Ida Colucci è promossa al Tg2 al posto di Marcello Masi, Luca Mazzà scelto per sostituire Bianca Berlinguer al Tg3, Andrea Montanari al Gr-Radio1 e Nicoletta Manzione a Rai Parlamento.

Restano in sella Mario Orfeo al Tg1 e Vincenzo Morgante alla TgR. Sei i voti favorevoli. Hanno votato contro Arturo Diaconale, Giancarlo Mazzuca e Carlo Freccero. Tra i consiglieri della maggioranza, in particolare Rita Borioni (vicina a Matteo Orfini) e Franco Siddi, sono state espresse varie critiche e rilievi su tempi e metodi delle scelte del direttore generale Campo Dall’Orto, ma alla fine hanno votato a favore insieme al renziano Guelfo Guelfi, al centrista Paolo Messa, alla presidente Monica Maggioni e al consigliere indicato dal Tesoro Marco Fortis. La “partita” è dunque finita 6 a 3.

Appresa la decisione del cda, la prima reazione è stata quella dei senatori del Pd Miguel Gotor e Federico Fornaro, che si sono dimessi dalla commissione di Vigilanza Rai. Con accuse gravissime sul modus operandi che ha portato alle nuove nomine, che a sentire i due esponenti democratici “sono state fatte in modo non trasparente, penalizzando competenze e professionalità interne, come ad esempio nel caso di una giornalista autorevole quale Bianca Berlinguer, senza che emergano un profilo e una visione di un moderno servizio pubblico”. “Il Pd – hanno aggiunto – non è nato per riprodurre i vizi del passato, ma per cambiare l’Italia e, convinti che un altro Pd sia possibile, ci dissociamo da uno stile e da un costume politico che non ci appartiene”.

Per Gotor e Fornaro, l’azione dei vertici di Viale Mazzini “risponde unicamente a logiche di occupazione governativa del servizio pubblico, in forme per molti versi inedite e in contrasto con il principio costituzionale del pluralismo culturale e politico”.