Dopo la morte di Casaleggio i Cinque Stelle hanno già le correnti. Nascono le fazioni dei campani e dei romani

Nel Movimento Cinque Stelle si intravedono le correnti. Con due grandi fazioni contrapposte: i campani guidati da Di Maio e i romani vicini a Di Battista

La morte di Gianroberto Casaleggio è stata uno shock. Certo non è arrivata a sorpresa, vista la lunga malattia del fondatore del Movimento 5 Stelle. Ma ha comunque scosso parlamentari e attivisti pentastellati. Perché dopo il trauma per la perdita del padre nobile bisogna diventare adulti. La strada è impervia. L’erede è designato da tempo: Davide Casaleggio assumerà le guida delle operazioni. “Sì, ma non ha lo stesso carisma di Gianroberto”, dice a La Notizia una fonte che conosce le dinamiche interne al M5S. E prevede una “guerra tra bande”. Perché i componenti del direttorio non sono disposti ad avere un approccio deferente nei confronti del successore del guru. Mentre Beppe Grillo sogna di defilarsi del tutto per tornare a fare spettacolo a modo suo. Con un peso maggiore: il dolore umano per la perdita di un grande amico, diventato un punto di riferimento fondamentale. Il comico genovese, insomma, è destinato a fare altri passi laterali.

DUE OPZIONI – Il Movimento 5 Stelle si trova a un bivio. La prima soluzione è quella della continuità: seguire la linea dettata dalla Casaleggio e Associati con i parlamentari che obbediscono. Ma c’è un problema: Davide Casaleggio dovrebbe esercitare una leadership forte. Che nessuno gli riconosce, perché non ha gli stessi titoli del padre. La seconda opzione è un azzardo: il M5S si dovrebbe trasformare in partito e aprire una “fase costituente” con modalità da vagliare, visto che alla base del Movimento c’è l’assenza di uno statuto.

LA NASCITA DELLE CORRENTI – “Qualcosa deve cambiare”, ammette una fonte parlamentare. Ma in quale direzione? “Si vedrà, ora non è il momento”, è la risposta. La presenza di Gianroberto Casaleggio ha tenuto insieme le varie anime dei 5 Stelle. Un collante che viene meno, dando il via libera alle ambizioni delle figure più note. Con un pericolo impensabile fino a qualche giorno fa: la nascita delle correnti interne. Del resto già ci sono delle posizioni diverse. L’ala napoletana è capitanata dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, che spesso è stato indicato come il possibile candidato premier alle prossime elezioni. Nella sua squadra ci sono altri componenti del direttorio, il presidente della commissione Vigilanza Rai, Roberto Fico, e i deputati Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Un team che vuole trattare alla pari con Davide Casaleggio, anche se sul curriculum c’è la macchia del caso-Quarto. D’altra parte c’è la fazione romana, quella più barricadera, con Alessandro Di Battista in prima linea, insieme a Roberta Lombardi. In questo caso la partita per le comunali a Roma è fondamentale: l’eventuale conquista del Campidoglio da parte di Virginia Raggi lancerebbe in orbita Dibba. E il successore di Gianroberto Casaleggio non potrà far finta di niente. Perché gli aspiranti leader iniziano ad avere un valore personale. Da mettere sul tavolo elettorale.

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