Carceri allo stremo, la riforma resta bloccata e i penalisti incrociano le braccia. Saltato anche il processo a Mantovani

Il Parlamento continua a sottovalutare il sovraffollamento delle carceri. Perciò gli avvocati penalisti che hanno proclamato uno sciopero di due giorni

Il Parlamento continua a sottovalutare il sovraffollamento delle carceri. Questo è il punto di vista degli avvocati penalisti che hanno proclamato uno sciopero di due giorni, oggi e domani, per chiedere una netta accelerazione per la riforma sull’ordinamento penitenziario. Una questione non inserita certo tra le priorità dalle Commissioni speciali parlamentari. Lo sciopero già ieri ha fatto saltare numerosi processi, tra cui quello l’udienza che vedeva sul banco l’ex vicepresidente della Lombardia, Mario Mantovani, e altre 12 persone per gare d’appalto nella sanità, e oggi rischia di farne saltare altrettanti. Anche quello di Mps.

“L’adesione sarà totale perché gli avvocati italiani sono per questa riforma”, si è detto sicuro il presidente dell’Unione delle Camere penali, Beniamino Migliucci. Nella giornata odierna ci sarà anche una portesta a Roma, patrocinata dal Consiglio nazionale forense e a cui interverrà anche il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini. Il presidente dell’Unione delle Camere penali ci ha tenuto a sottolineare anche ciò che prevede la riforma, mettendo da parte possibili equivoci e fake news a riguardo: “Non escono né ladri, né mafiosi, né terroristi. C’è solo il giudice che valuta caso per caso se un detenuto ha compiuto miglioramenti e può accedere alle misure alternative”. Una riforma ritenuta necessaria dai penalisti anche perché, secondo gli avvocati, permetterebbe all’Italia di evitare nuovi richiami dall’Europa sulle condizioni della popolazione carceraria in Italia.