Carne rossa cancerogena. La ricetta del nutrizionista Pier Luigi Rossi: “Possiamo farne anche a meno. Ma l’importante è non mangiarne più di 300 grammi a settimana”

di Marcello Di Napoli

Le carni lavorate come wurstel, pancetta ma anche prosciutti, salsicce, carne in scatola, sono “cancerogene” e vanno inserite nel gruppo 1 delle sostanze che causano il cancro a pericolosità più alta come il fumo e il benzene. A lanciare l’allarme l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms, la quale, nella lista dei prodotti cancerogeni, ha inserito pure le carni rosse, anche se con una minore pericolosità rispetto alla carne lavorata. La Coldiretti ha subito provato a rassicurare gli italiani, sostenendo che le carni Made in Italy sono piu sane, perché magre, non trattate con ormoni e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione “doc” che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali tanto da garantire agli italiani una longevità da primato con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini.

IL RISCHIO – L’Oms, comunque, consiglia di limitare l’assunzione di carne. Perchè, secondo il rapporto appunto, sia la carne lavorata sia la carne rossa, se assunte in maniera eccessiva, potrebbero portare a gravi malattie. Ma non bisogna creare troppi allarmismi. Perchè la soluzione è semplice: potremmo benissimo fare a meno della carne per nutrirci solamente di verdure e legumi.

LA SOLUZIONE – Ne è convinto il Professor Pier Luigi Rossi, il quale, intervistato dalla Notizia, ha spiegato che “si può vivere una vita migliore anche non mangiando carne. Cento grammi di lenticchie, per esempio, contengono più proteine di una bistecca dello stesso peso. Con la differenza che le proteine animali sono costituite dagli amminoacidi. La loro pericolosità per la salute, se consumate in eccesso, risiede principalmente nel modo con cui interagiscono con l’organismo. Per esempio, la lavorazione delle carni per la loro conservazione e le modalità di cottura modificano le molecole presenti, rendendole potenzialmente pericolose per la salute.”

LE OPZIONI – Dunque, secondo il nutrizionista, chi vuole mangiare carne può farlo, ma al massimo 300 grammi a settimana. E questa deve essere cucinata a fuoco lento per non alterare le proprietà nutritive del prodotto. “Ma nonostante ciò, la carne rossa contiene la carnitina”, continua il professore, “una molecola che stimola la microflora batterica presente naturalmente nel nostro intestino a produrre alcune sostanze che possono favorire la formazione di placche aterosclerotiche.” Insomma, il nutrizionista è chiaro: chi vuole mangiare la carne rossa può farlo, ma in musura molto ridotta. Ed eliminare la carne rossa dalla propria tavola non è una bestemmia: “Moltissimi studi negli ultimi anni hanno messo in luce i benefici generali sulla salute di diete vegetariane”, ha concluso il professore, “a patto che siano rigorosamente controllate per garantire un completo apporto nutrizionale”.