Casapound per il momento resta dov’è. L’Agenzia del Demanio conferma che l’immobile di via Napoleone III non è tra i 16 interventi di sgombero ritenuti prioritari

L'edificio occupato da Casapound non è nell'elenco dei 16 sgomberi ritenuti prioritari

Lo stabile occupato da Casapound, a via Napoleone III a Roma, non è compreso nell’elenco dei 16 edifici “per i quali è stato delineato in via prioritaria un primo piano di interventi di sgombero”. A dirlo è il neodirettore dell’Agenzia del Demanio, Riccardo Carpino. La stessa Agenzia precisa, inoltre, che la decisione di sgomberare un immobile “compete al Prefetto, sentito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica” e non al Demanio.

“A seguito dell’occupazione lo stesso ministero (il Miur che ha l’immobile in consegna, ndr) – afferma l’Agenzia del Demanio ricostruendo la storia dell’immobile occupato dal 2003 dal movimento di estrema destra -, in data 30 dicembre 2003, ha segnalato alla Prefettura, e all’Agenzia del Demanio, l’urgenza di un immediato recupero dell’immobile, segnalazione nuovamente sollecitata nel 2004, nel 2005 e nel 2008; con delibera del 2007 il Comune di Roma ha stabilito il programma e i criteri di assegnazione di oltre 10.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica prevedendo di destinarne alcuni ai nuclei familiari in emergenza abitativa collocati in immobili storicamente occupati, nel cui elenco figura anche il compendio di via Napoleone III”.

Nel 2014 l’immobile è stato incluso nell’elenco, redatto dalla Regione Lazio nell’ambito del Piano straordinario per l’emergenza abitativa nel Lazio e nella città di Roma, che riguarda “anche le situazioni relative alle occupazioni di edifici pubblici e privati adibiti impropriamente ad abitazioni”. Nel 2016 il Commissario straordinario del Comune di Roma ha disposto di attuare il Piano regionale “dando atto che le priorità per intervenire sugli immobili occupati erano state stabilite, a seguito delle decisioni in merito assunte da apposito Tavolo tecnico costituito dal Prefetto di Roma, confermate dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica”. L’immobile di via Napoleone III dunque compare nell’elenco dei 74 edifici da sottoporre a procedure di sgombero, allegato alla delibera, ma non in quello dei 16 “per i quali è stato delineato in via prioritaria un primo piano di interventi di sgombero”.

Nel dicembre dello scorso anno l’Agenzia del Demanio ha ribadito al prefetto di Roma “l’esigenza di recuperare la disponibilità dell’immobile per poterlo destinare ad una più proficua utilizzazione”. “Si coglie inoltre l’occasione – scrive ancora l’Agenzia – per precisare che al piano terra dell’immobile demaniale di via Napoleone III sono presenti anche due unità immobiliari a destinazione commerciale oggetto di locazione dal 13 agosto 2003, con pagamenti dei canoni di locazione in regola rispettivamente fino al 2016 e fino al 2017. In entrambi i casi sono subentrati ai conduttori originari nuove società alle quali l’Agenzia del Demanio ha provveduto a richiedere le indennità maturate per l’occupazione del bene”.

“Il mio incarico all’Agenzia è iniziato da due mesi – spiega Carpino – a mia firma, in data 15 novembre scorso, proprio in considerazione delle recenti direttive del Ministero dell’Interno, ho inviato una circolare alle 17 direzioni territoriali del Demanio sulle occupazioni arbitrarie per sollecitare la vigilanza sugli immobili inutilizzati e segnalare ai Prefetti le occupazione esistenti, nelle ipotesi in cui ciò non fosse sinora avvenuto. Sulla base delle leggi vigenti, come è ovvio che sia, la decisione compete al Prefetto, sentito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Quanto al tema delle occupazioni sine titulo, tema che riguarda anche i negozi in affitto nello stesso stabile, la questione – conclude il neodirettore dell’Agenzia del Demanio – è oggetto di una mia specifica attenzione, avendo come obiettivo in questo nuovo incarico anche quello di rivedere le modalità operative dell’Agenzia sinora adottate per risolvere situazioni come queste”.