Cassa Depositi e Prestiti, nomine ancora rinviate mentre i soldi vanno in Polonia. Una partecipata compra una società di Varsavia

Mentre è in via di risoluzione la sciarada sulla nuova guida aziendale, con l’attuale amministrazione in regime di prorogatio, il mondo Cdp non resta fermo

Una trattativa infinita che sta sconfinando nel grottesco. Per questo, anche venerdì, è stata rinviata la nomina dei nuovi vertici della Cassa Depositi e Prestiti, controllata dal Tesoro con l’82,7% e partecipata dalle fondazioni bancarie con il 15,9. Se ne riparlerà, a quanto pare, il prossimo 18 luglio. Ma mentre è ancora in via di risoluzione la sciarada sulla nuova guida aziendale, con l’attuale amministrazione in regime di prorogatio, il mondo Cdp non resta fermo. Nei giorni scorsi, per dire, all’interno della stessa società ha fatto un bel po’ discutere un’operazione che ha portato soldi in Polonia. Si dà infatti il caso che Inalca, gruppo alimentare italiano partecipato dalla Cdp, abbia perfezionato l’acquisto del 60% della Mille Sapori, società polacca (sede a Varsavia) che si occupa di distribuzione dei prodotti alimentari nostrani.

Il filo – Ora, per capire le perplessità che circondano l’operazione è necessario ricostruire la filiera. Oggi il 28,4% di Inalca fa capo alla IQMIIC, ossia la joint venture da 2 miliardi di euro costituita all’epoca da Cdp Equity (braccio della Cdp) e Qatar Investment Authority (fondo sovrano qatarino). La joint venture ha investito in Inalca 115 milioni di euro, in termini di aumento del capitale, e 50 milioni attraverso l’acquisto di azioni. Insomma, questo significa che ci sono molti fondi della Cassa all’interno di Inalca, il cui azionista di maggioranza è il gruppo Cremonini. Ed è grazie ai fondi della Cassa che Inalca compie anche le sue operazioni all’estero. Ma non va mai dimenticato che Cdp, finora guidata dal presidente, Claudio Costamagna, e dall’Ad, Fabio Gallia, gestisce 250 miliardi di risparmio postale degli italiani. Quindi ogni sua decisione di investimento, anche attraverso società controllate e joint venture, non può che destare la massima attenzione. E qui viene il punto.

Fibrillazioni – Sembra che all’interno di Cdp più di qualcuno abbia storto il naso sull’opportunità di questa operazione polacca di Inalca, per giunta perfezionata in un momento di grandi cambiamenti in arrivo per Cdp e di grandi critiche rivolte dal nuovo Governo pentaleghista all’attuale gestione del colosso del risparmio postale. Basta “marchette”, aveva addirittura detto qualche giorno fa il vicepremier Luigi Di Maio annunciando l’imminente ricambio. Invece, alla fine, si è deciso di proseguire. Non solo, perché l’Ad di Cdp Equity, Guido Rivolta, con un’esternazione che ha creato diversi imbarazzi in Cassa, ha rivendicato l’operazione dicendo che “l’acquisizione di Mille Sapori è perfettamente coerente con la tesi dell’investimento di Cdp Equity in Inalca: rafforzare l’attività di distribuzione dei prodotti agroalimentari all’estero, con l’obiettivo di promuovere e diffondere le eccellenze alimentari italiane nel mondo”. Nel frattempo, però, i soldi se ne vanno in Polonia. Venerdì La Notizia ha chiesto al gruppo Cremonini quanto ha speso Inalca per il 60% di Mille Sapori. “La cifra non è pubblica”, è stata la risposta”.