Che disastro il Pd al Sud. Sala fa lo Zingaretti del Nord. L’affondo del sindaco di Milano fa discutere. E tra i dem esplode la questione meridionale

“Ci vuole un segretario disposto a spendersi interamente per il partito che è abbastanza in difficoltà al nord, ma al sud è un disastro, non c’è altra definizione”. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha appena finito di presentare il suo libro alla Fiera di Rho e spara a zero sulla gestione del partito nelle regioni meridionali. Che si stia candiddando al ruolo di ‘Zingaretti del Nord’ in vista del Congresso del Pd? Si vedrà, ma a qualcuno l’idea passa per la testa.

Equilibri in bilico – Parole che pesano, del resto, quelle pronunciate dal sindaco di una delle poche realtà, un tempo feudo del berlusconismo, dove il Pd è riuscito a resistere all’emorragia di voti. Ed ecco che la ‘questione meridionale’ interna ai dem, fa capolino anche alla Camera, dove i parlamentari sono riuniti per votare gli otto membri laici del Csm. Per il napoletano Gennaro Migliore “Sala ha ragione, al Sud il nostro partito è stato messo in discussione dagli elettori”. Non la pensa allo stesso modo il salernitano Piero De Luca. “Non esiste nessuna questione meridionale –  taglia corto il figlio del presidente della Regione Campania -. Anche al Sud, siamo tutti impegnati per ricostruire il Pd dalle fondamenta. E abbiamo la stessa voglia di impegnarci che penso stia mettendo in campo il sindaco di Milano”. Per l’ex deputato e pugliese doc Dario Ginefra, invece, un problema geografico c’è, ma riguarda altri lidi. “A dirla tutta a me pare di capire che più che al Sud, il problema sia al centro – l’analisi di Ginefra – dove abbiamo perso storiche regioni rosse che da sempre erano amministrate da uomini riconducibili alla sinistra”. Ma al di là dei risultati portati a casa dai dem in alcuni comuni pugliesi, è indubbio che le ultime elezioni abbia restituito un quadro piuttosto allarmante per il Pd, soprattutto al Sud, dove è stato costretto ad arretrare un po’ dovunque. E non a caso, mentre Sala si intrattiene con i cronisti giunti alla Fiera di Milano,  il segretario nazionale del Pd, Maurizio Martina, sceglie Palermo per avviare il suo tour attraverso le periferie delle città italiane.

La trincea di Palermo – L’ex ministro delle Politiche agricole, inizia la visita del capoluogo siciliano partendo dal quartiere Zen. Risultato? Parte il fuoco amico. La miccia l’accende il capogruppo dem al Consiglio comunale di Palermo, Dario Chinnici: “Iniziativa positiva, peccato  l’assenza del gruppo consiliare. Sarebbe stato  proficuo coinvolgere chi nelle istituzioni rappresenta il Pd a Palermo”. Sul piede di guerra anche un altro consigliere dem,  Rosario Arcoleo: “Né il Pd né il gruppo dei consiglieri sono stati  avvertiti della visita di Martina.  Un comportamento alquanto lontano dai discorsi di unità che il segretario ha lanciato nelle scorse settimane”. In serata poi, il  segretario regionale siciliano Fausto Raciti getta acqua sul fuoco. “Si tratta di polemiche strumentali”, ha detto, chiudendo l’episodio, dimostrazione plastica della questione meridionale interna al Pd.