Che stress la scuola italiana. Studenti in classe col Valium. Un ragazzo su quattro è sofferente di ansia. E trascorre più di sei ore al giorno su internet

Interrogazioni, compiti in classe, brutti voti. E poi, rapporti tesi con gli insegnanti e un consumo estremo del web. Così la scuola diventa uno stress

Interrogazioni, compiti in classe, brutti voti. E poi, rapporti tesi con gli insegnanti e un consumo estremo, quasi compulsivo, del web. Che stress la scuola italiana. Stavolta a puntare il dito contro la formazione del Belpaese è l’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che ha raccolto le risposte del questionario-studente compilato in occasione del test Pisa. L’organizzazione ha fotografato lo stato ansioso dei quindicenni alle prese con lo studio ed è emerso che un ragazzo su otto è poco appagato dalla propria vita. E ad incidere sulla scarsa soddisfazione potrebbe essere proprio il menage scolastico. Tanto che la percentuale di quindicenni nostrani che dichiara di sentirsi molto tesa a scuola sfiora il 56%, bel lontano dalla media Ocse del 37%. Ancora più ansiosi gli studenti cinesi, colombiani, tunisini e di Singapore.

Bravi ma fragili – Ma non è una questione di preparazione in quanto, prima di affrontare un compito scritto o una interrogazione, l’ansia attanaglia tre ragazzini italiani su quattro anche quando ritengono di essere abbastanza preparati. Più di quanto non accada ai loro compagni delle altre nazioni. In cima a tutte le paure c’è quella di prendere un brutto voto che innervosisce non poco gli adolescenti, per non parlare poi di un compito che non sanno risolvere. Questo crea in loro uno stato d’ansia che nel resto dei Paesi manifesta solo una piccola percentuale di studenti. Un altro ingrediente chiave è il rapporto con gli insegnanti. A livello generale, una relazione improntata al dialogo tra studenti e docenti sembra agire da elemento tranquillizzante. I ragazzi che dichiarano di essere ansiosi per una verifica anche se preparati sono il 5% meno propensi a sviluppare ansia se percepiscono che la lezione del docente è stata adeguata. E quando il professore si rende disponibile a un aiuto individuale, la propensione all’ansia scende addirittura del 17%. Fin qui nulla poi di così allarmante.

Poco ricettivi – Ma l’abitudine che invece preoccupa gli studiosi dell’Organizzazione è che quando i nostri studenti mollano i libri per fare finalmente altro si dedicano praticamente solo ad internet. Quasi un quindicenne su quattro dice di usare la rete per oltre sei ore al giorno finendo nella categoria dei consumatori estremi, se non compulsivi. Praticamente tutto il pomeriggio e parte della sera. Un’abitudine che oltre a condizionare negativamente le performance in Scienze, rende gli studenti meno ricettivi a scuola di quelli che invece usano in maniera equilibrata le risorse della rete. Addirittura quasi uno su due dice si sentirsi proprio male se non c’è una connessione sul web, ma in questo caso, consoliamoci, siamo messi meglio della media Ocse. Chiudiamo con un dato che vede l’Italia con risultati migliori degli altri: il senso di appartenenza all’interno dell’ambiente scolastico. Solo uno su dieci dei nostri quindicenni si sente escluso o a disagio con i compagni, tutti gli altri fanno amicizia con facilità, al contrario degli altri Paesi.