Chi ha modificato il decreto fiscale? Resta il giallo. Grillo dà del ventriloquo a Berlusconi e del burattino a Renzi

Non si placa la polemica sulla norma che esclude la punibilità entro una soglia del 3% di evasione sull’imponibile, inserita nel decreto fiscale e poi ritirata dal premier. Il viceministro all’Economia Luigi Casero in un’intervista a Repubblica parla di un pasticcio ma chiarisce: ”Io non c’entro nulla. Ho seguito il decreto in Parlamento. Poi il ministero dell’Economia ha mandato il testo al pre-consiglio cinque giorni prima dell’approvazione. Ed era un testo molto più asciutto. Nel decreto arrivato su quel tavolo quel tetto non c’era”, e tuttavia ”non c’è alcun interesse politico in tutto questo. Piuttosto, mi sembra un pasticcio.  Quel decreto è cambiato, a Palazzo Chigi o in consiglio dei ministri. Il testo è stato ampliato. E fra l’altro non è quella l’unica novità inserita. Il ministero dell’Economia, in ogni caso, riteneva che fosse necessario mantenere il testo iniziale. Comunque si può rimediare velocemente. Si toglie quella parte e il problema è risolto”

LE REAZIONI

Di Maio (M5S) attacca: ‘Il premier ci prende in giro”. Salvini via twitter si chiede: “Renzi non sapeva niente della legge che avrebbe aiutato Berlusconi. Voi gli credete?” Più pungente – e non è una novità – Beppe Grillo sul suo blog:  “Non sono stato io!” biascica Renzi dopo essere stato beccato ancora una volta nel talamo delle larghe intese insieme al suo amato Silvio”. Grillo definisce Berlusconi “il ventriloquo” e Renzi “il burattino”. E, sottolinea, “la modifica non può essere sfuggita all’occhio “vigile” di Antonella Manzione. Anzi, invece di tirare fuori fischietto e paletta, sembra proprio che la Manzione ci abbia proprio messo lo zampino”.

“Renzi ha provato a giustificarsi – continua Grillo – dichiarando che una nuova legge non potrebbe consentire di cancellare una condanna passata in giudicato, ma la realtà è che l’articolo 19 bis è una furbata che consentirebbe di annullare i 4 anni inflitti a Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset. Estinto il reato penale, per Silvio si schiuderebbero le porte del ritorno in politica. Così il loro amore potrebbe finalmente uscire dalle segrete stanze del Nazareno ed essere dichiarato alla luce del sole”, si legge ancora nel post, intitolato “Il burattino Renzi” e firmato da “M5S Parlamento”.

LE PAROLE DI RENZI

La riforma del fisco approvata lo scorso 24 dicembre tornerà in consiglio dei Ministri per essere rivista. E’ quanto stabilito dal premier Matteo Renzi per porre fine alle polemiche sulla presenza nel provvedimento di una norma “salva-Berlusconi” che potrebbe cancellare la condanna dell’ex premier nel processo Mediaset e quindi ridargli la possibilità di candidarsi. “Il nostro Governo – assicura il premier – non fa norme ad personam, non fa norme contra personam. Fa norme che rispondono all’interesse di tutti i cittadini”. Visti i dubbi e le polemiche, però, il decreto incriminato tornerà al consiglio dei ministri. “Ci fermiamo, non c’è inciucio – sottolinea Renzi – Se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c’è problema: ci fermiamo. La norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone”. A chi lo accusa di aver fatto lui l’inghippo il premier risponde così: “Ma vi rendete conto? Con i riflettori giustamente puntati su qualsiasi provvedimento, sarei uno sprovveduto, un autolesionista, a creare un caso come questo a pochi giorni dall’elezione del nuovo Capo dello Stato e con le riforme istituzionali aperte!».

LA NORMA

Se approvata il Cav potrebbe chiedere la cancellazione della condanna e degli effetti della legge Severino, ovvero i sei anni di incandidabilità. Interpretazione che ha spinto Renzi a stoppare i decreti della riforma e a riportarli in Cdm per eventuali correzioni. Il diretto interessato, Silvio Berlusconi, non commenta ufficialmente. Chi gli è vicino riferisce che l’ex premier si dice sorpreso di essere stato tirato in ballo per una norma che evidentemente non riguarda esclusivamente lui. “Se si ritira un provvedimento per il sospetto che aiuti Berlusconi anche se aiuta i cittadini, allora l’Italia e’ un Paese destinato a non cambiare mai”, è il commento polemico di Giovanni Toti.