Chiesta l’archiviazione dell’inchiesta sui diritti d’autore che coinvolgeva l’Ad di Sky Zappia. La tv satellitare dovrà comunque rinegoziare l’accordo con Siae

Si sta per chiudere la diatriba giudiziaria che vede contrapposte la Siae a Sky

Si sta per chiudere la diatriba giudiziaria che vede contrapposte la Siae a Sky. La Procura di Roma, infatti, ha chiesto l’archiviazione per Andrea Zappia, amministratore delegato della tv satellitare e legale rappresentante della società Nst, ora in uscita. L’imprenditore era stato indagato per mancato versamento dei diritti d’autore a seguito di un contenzioso con la società che gestisce i copyright del mondo dello spettacolo.

A parere del pubblico ministero, dopo una lunga indagine da parte della Guardia di Finanza, Sky Italia non può essere considerata colpevole perché mancherebbe il dolo. Una decisione che prende piede da due differenti motivazioni. La prima è che l’azienda televisiva ha chiesto di rinegoziare i propri accordi, cosa che avveniva annualmente, considerando però il recente ingresso nel mercato da parte di alcuni competitor che fino a qualche anno fa non esistevano. Inoltre l’azienda di Zappia ha comunque pagato oltre 8 milioni di anticipo dei diritti.

“Sul piano personale – ha dichiarato in merito il direttore generale della Siae Gaetano Blandini – sono contento che il Dr. Zappia sia stato prosciolto. D’altronde è nei fatti che se la SIAE non si fosse tutelata attraverso una denuncia gli autori italiani non avrebbero ricevuto da SKY nemmeno gli acconti per il loro lavoro. Nulla contro SKY che era e resta un operatore primario. Il tema è diverso e forse più semplice: il diritto d’autore è un diritto del lavoro e va pagato; e SKY unilateralmente aveva deciso, prima della nostra denuncia, di non pagarlo più”.