Cinguettii velenosi, quando l’inciucio non c’era

di Alessandro Barcella

La Rete, a differenza della politica, ha la memoria lunga: e talora non perdona. Potremmo definirla “la beffa delle larghe intese”: quello che prima ti era avversario, osteggiato e alle volte deriso, diventa ora collega di Governo. E così scandagliando tra i “cinguettii” politici del social network Twitter, ci imbattiamo in opinioni liberamente espresse, ma che ora sembrano suonare assai scomode. E’ Flavio Zanonato, attuale ministro dello Sviluppo Economico, il primo a caderne vittima.

Polemiche sul cerchio magico
Le poltrone di Lupi e la fila per l’intelligenza Sull’account di un ex manager del settore privato viene postato un commento critico nei confronti di Maurizio Lupi, attuale Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Critiche che si appuntano sui 57.000 euro netti annui che il ministro prenderebbe dal 2001 come Amministratore Delegato di Fiera Milano Congressi. “Senza andarci mai”, è il punto di vista della chiosa del velenoso tweet.
Flavio Zanonato, che di quel manager è un follower, sembra apprezzare. Il primissimo atto è quello di “ritwittare” il commento, ovvero di metterlo a disposizione sulla propria bacheca virtuale. Ma Zanonato fa di più, buttando lì un vero “carico da novanta”:”Lupi, quando distribuivano l’onestà stava votando Ruby nipote di Mubarak, quando distribuivano l’intelligenza aspettava il rimborso IMU”. Pochi giorni dopo il futuro ministro chiede a quello stesso manager di avere maggiori informazioni sull’argomento, di modo da verificare di persona ed eventualmente rilanciare la polemica. “Scrivo una mail a Zanonato con tutte le delucidazioni – ci spiega il manager – ma da quel momento, e siamo al 26 marzo (esattamente un mese prima della sua nomina, ndr), più nessuna risposta”.
Zanonato, cresciuto nel Partito Comunista Italiano e al suo secondo mandato da Sindaco di Padova, non è certo nuovo ad aspre critiche verso gli attuali “fratelli” di sponda Pdl del Governo Letta.
E’ sempre twitter ad offrirci un quadro più che esaustivo del suo pensiero. Appena 3 giorni prima di questo “cinguettio” gli strali si erano diretti verso il “cerchio magico” del Popolo delle Libertà: “Carfagna, il cagnolino Alfano e compari vogliono che non ci siano indagini e giudici per Berlusconi, “innocente” a prescindere dai fatti”, spiegava Zanonato, che in un secondo messaggio precisava : “Milano, i deputati # Pdl assediano il tribunale. Calma, calma, prima o poi vi processano tutti”.

Chi è senza peccato…
La vendetta del tweet imbarazzante non risparmia nessuno, tanto meno altri esponenti del Governo delle larghe intese. A cominciare dallo stesso Angelino Alfano, vicepremier e Ministro degli Interni, che sulla sinistra pareva avere idee ben chiare: “Pd pensa a fazione, non a Nazione – spiega in un tweet del 2 aprile scorso -. Se Bersani vuole occupare tutte le istituzioni, nessuno spazio per dialogo”. Pochi giorni prima, il 25 marzo, aveva scritto: “Sinistra, totale sganciamento dal Paese reale e dalle necessità degli italiani”.

Veleno in rete
Commenti al veleno per lo stesso Ministro Lupi, che non sembra apprezzare il nome di Emma Bonino tra i papabili al Quirinale: “Bonino presidente della Repubblica? Non è una figura di garanzia che rappresenti identità e cultura dell’Italia”, spiega il 4 aprile. Tre settimane dopo, allontanata per Emma Bonino l’ipotesi Colle, la ritrova come collega di Governo e Ministro degli Esteri.
Quali sono oggi le idee di Maurizio Lupi sulla rappresentatività all’Estero del Ministro Bonino?

Le esternazioni della Boldrini
Non si astiene dal commento, o meglio non si asteneva, nemmeno Laura Boldrini, attuale Presidente della Camera dei Deputati, che il 25 gennaio scriveva: “A #Repubblica Tv rivendico la differenza di genere in politica. Con#Berlusconi #donne ridotte a oggetti”. E se il concetto non fosse stato sufficientemente chiaro, il primo febbraio aggiungeva: “Declino dell’Italia causato da #Berlusconi, ma esponenti del Pdl fanno finta di ignorarlo. Così si allontanano i cittadini dalla politica”.
Chiudiamo con Renato Brunetta, fuori da incarichi governativi ma pur sempre in linea con il partito sull’accordo (o inciucio, che di si voglia) Pdl-Pd, che però 7 giorni prima del nuovo Governo scriveva: “Il #Pd è in frantumi, fino a quando durerà questo strazio? Il #Pd è incapace di tutto, produce solo candidati divisi per il Paese!”.