Codice appalti fuori legge, le opposizioni invocano l’intervento di Mattarella

Il Codice appalti è stato approvato in maniera illegittima. Perché ha calpestato i pareri del Parlamento. Le opposizioni si rivolgono a Mattarella.

Il Codice appalti è stato approvato in maniera illegittima. Perché ha calpestato i pareri delle commissioni parlamentari. Saltando a piè pari i passaggi previsti dalla legge delega. Per questo i due gruppi di Montecitorio, Alternativa Libera-Possibile e Sinistra italiana (Si), hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso. E non viene escluso il ricorso legale a “un organo terzo”. “Il Governo nell’adozione del nuovo codice appalti ha leso gravemente la sovranità del Parlamento”, si legge all’inizio del documento inviato al Quirinale. Ma qual è il punto dolente? L’Esecutivo ha ignorato alcuni pareri forniti dalle commissioni su tre punti: la clausola sociale, lo stop alla pratica del massimo ribasso e gli appalti riservati alle cooperative sociali.

Certo, i pareri non erano vincolanti. Ma la legge delega prevedeva procedure chiare: nel caso in cui il Codice non avesse recepito le condizioni e le osservazioni delle commissioni, sarebbe dovuto tornare nuovamente in Parlamento, chiamato a esprimersi entro 15 giorni. E solo in questo caso ci sarebbe stata “la piena conformità dello schema di decreto ai principi e ai criteri direttivi della legge delega”, si legge nella lettera inviata a Mattarella, Boldrini e Grasso. Invece il Governo è andato avanti e ha provveduto “alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”, ignorando tutto e tutti. Eppure sarebbe bastata seguire le prerogative di legge: nella sostanza il testo avrebbe potuto essere approvato esattamente come era formulato dopo il passaggio alle Camere.

Gli attacchi al Codice appalti
“Ravvisiamo lesione del ruolo del Parlamento. La delega va cambiata: il parere espresso dalle commissioni non è stato rispettato in più punti”, ha evidenziato il capogruppo alla Camera di Sinistra italiana, Arturo Scotto, che in conferenza stampa si è soffermato sul ripristino della clausola del massimo ribasso “contrariamente a quanto indicato dalle commissioni”. “C’è chi ha lavorato contro il Parlamento e per fare favori a qualcuno. Ma il Parlamento non è un soprammobile”, ha chiosato Scotto. Massimo Artini di Alternativa Libera ha ribadito la questione dal punto di vista tecnico: “Il governo aveva l’obbligo di rimandare il testo alle Camere nel caso di pareri difformi con le commissioni. Non rispettando questo principio è andato al di fuori della delega”. Luca Pastorino, parlamentare di Possibile, ha lanciato un affondo più politico: “Dietro questo governo ogni giorno si scopre una lobby diversa. Dalle banche, al petrolio. Oggi tocca ai costruttori”.

Sinistra italiana ha già avviato una nuova azione, depositando alla Camera una proposta di legge per l’introduzione di “clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato”. Nello specifico il testo prevede misure a garanzie dei lavoratori. Per fare in modo che “il costo della manodopera sia pari al 50% dell’importo totale del contratto”. Nemmeno il tempo di approvarlo, che il Codice appalti si trova sotto il fuoco delle opposizioni.