Come ti cucino lo chef in tv. Dalla Clerici a Cracco: la gastronomia diventa castroneria. Troppi errori sulle ricette tradizionali: che putiferio

Il telespettatore italiano passa più che mai il tempo in cucina. Non solo per mangiare o cucinare a casa propria, ma anche per farsi una grande scorpacciata di talent culinari. Un format che ormai si è impossessato del telecomando. MasterChef, La Prova del cuoco, il pasticcere, il pizzaiolo, le ricette veloci, i consigli dei grandi cuochi. Un bombardamento a colpi di stelle e di extravergine. Morale della favola: si pensa solo a mangiare. E poi si lamentano se gli italiani diventano obesi.

GLI ERRORI

Ma non tutti questi grandi esperti la raccontano secondo la tradizione. Spesso si prendono delle licenze che fanno inferocire chi da anni difende la specialità locale dalle imitazioni e la consacra come eccellenza del palato di chi vive o visita il Belpaese. Ultimamente ci sono stati dei casi che hanno scatenato un putiferio ad Amatrice e in Valtellina. Il grande chef Carlo Cracco durante la trasmissione di Canale5 C’è posta per te ha rivelato quello che sarebbe il segreto per la perfetta riuscita dell’amatriciana, ovvero l’aglio in camicia. Ma che Cracco dici! È stata la replica del comune di Amatrice, lapidario nel ribadire gli unici ingredienti che compongono la vera amatriciana: guanciale (e non pancetta!), pecorino (e non parmigiano!), vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino. E la padella di ferro, aggiungiamo noi. Con questa gaffe a MasterChef Cracco sarebbe stato eliminato.

Anche alla Prova del cuoco, la navigata Antonella Clerici è finita nel vortice delle polemiche. Prima con la cipolla nella gricia. Un piatto di pasta che come l’amatriciana non necessita né di aglio né di cipolla. Tra le due la differenza sostanziale sta nel pomodoro. La gricia è ancora più vecchia dell’Amatriciana perché se la preparavano i pastori ben prima che arrivasse il pomodoro. Recentemente ci ha pensato un altro chef, Andrea Ribaldone, che ha deciso di cucinare i pizzoccheri, tipico piatto valtellinese. Nel presentare la specialità il cuoco ha detto che secondo la ricetta tradizionale vanno aggiunti olio, latte e una fonduta di formaggio d’alpeggio. Gli abitanti della Valtellina hanno gridato allo scempio.  È scesa in campo l’Accademia del Pizzocchero di Teglio, il tempio culinario della tavola valtellinese, il cui presidente ha specificato che il piatto della Prova del cuoco non sono pizzoccheri ma un’altra cosa.

CI VUOLE IL DIGESTIVO

A forza di grandi abbuffate, nelle quali la gastronomia è stata sostituita dalla castroneria giornaliera, diventa necessario un amaro per digerire il tutto. Piatti e pietanze a bizzeffe, dunque, ma quando c’è da lavarli la mitica casalinga di Voghera resta sola. Se almeno facessero un talent anche su come si lavano i piatti…