Commissioni d’inchiesta, poco lavoro e tanti guadagni. Riunioni flash per gli organi parlamentari ma le indennità sfiorano i 1.300 euro al mese

Sempre più spesso le commissioni d'inchiesta parlamentari finiscono con l’arrivare a un nulla di fatto. Con pochissime eccezioni

Se questo è l’antipasto, la tanto attesa commissione d’inchiesta sulle banche (istituita a fine giugno) sarà nient’altro che un buco nell’acqua. Al Senato, infatti, gli alfaniani di Alternativa popolare stanno prendendo tempo, anche se alla fine la scelta dovrebbe ricadere su Pier Ferdinando Casini, in lizza per la presidenza. La capogruppo di Ap a Palazzo Madama, Laura Bianconi, aspetterà fino a venerdì: tempo necessario per capire se per l’ex presidente della Camera ci sono effettivamente chance. Pretattica, insomma, che – unita pure ai ritardi di Gal – ha fatto slittare la prima riunione della commissione che si sarebbe dovuta tenere questa settimana. Più in generale, però, sempre più spesso gli organismi previsti dall’art. 82 della Costituzione, ai quali vengono dati “gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’Autorità giudiziaria”, finiscono con l’arrivare a un nulla di fatto. Con qualche eccezione, certo.

Dritto e rovescio – Per dire: martedì scorso la commissione d’inchiesta bicamerale sul ciclo dei rifiuti, presieduta dal deputato del Pd Alessandro Bratti, ha reso noti i risultati dei suoi tre anni di lavoro. Spiccano le 418.160 pagine di documentazione acquisita, le 476 audizioni totali (procure, forze dell’ordine, Regioni) nonché le 54 missioni fra Italia ed estero. Insomma, un esempio indubbiamente virtuoso. Il rovescio della medaglia si chiama invece commissione d’inchiesta sulla ricostruzione dell’Aquila e degli altri comuni interessati dal sisma del 6 aprile 2009. Spulciando sul sito di Palazzo Madama, infatti, la dicitura che ci si trova di fronte quando si apre la pagina dell’organismo in questione recita: “La commissione non è attualmente costituita”. Proprio così. Deliberata dal Senato quasi un anno fa, il 10 novembre 2016, non se n’è saputo più niente. Tanto che ad agosto la senatrice aquilana del M5S Enza Blundo ha sbottato. “È inaudito il fatto che continuiamo a non avere nessun cenno di convocazione di questa commissione che è utile, necessaria, urgente e indifferibile”, ha detto la parlamentare grillina. Risultati? Zero.

Un po’ in affanno – Alla Camera non se la passa bene nemmeno la commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria presieduta da Giacomo Portas (Pd), che tra i suoi compiti ha pure quello di effettuare indagini conoscitive e ricerche sulla gestione dei servizi di accertamento e riscossione dei tributi locali. Ebbene, dal 2013 a oggi le riunioni sono state in tutto 101 per 83 ore e 35 minuti. Una media di 49 minuti e mezzo a seduta. Non benissimo, insomma. Stesso discorso per la commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza con a capo l’ex ministra Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia): 126 ore e 52 minuti per 151 sedute. Media: 50 minuti. Fra l’altro, queste commissioni non sono a costo zero visto che le indennità sfiorano i 1.300 euro al mese.

Twitter: @GiorgioVelardi