Concerti militari. La ministra Pinotti pronta a schierare l’esercito contro il terrorismo: blindato lo show di Vasco Rossi a Modena

La ministra della Difesa Pinotti lancia l'idea: esercito a presidio dei concerti, a partire da quello di Vasco Rossi a Modena del prossimo 1 luglio.

L’esercito a presidio dei grandi eventi. Cominciando dai concerti più attesi dell’estate. La ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha lanciato la sua proposta nel corso di un’iniziativa elettorale a Chiavari. E ha già concentrato l’attenzione sullo show dell’1 luglio di Vasco Rossi a Modena, dove sono previsti 220mila spettatori. Un appuntamento a grande rischio, visto il momento storico e il target degli attentati. Ma ci sono altre esibizioni che richiameranno un grande pubblico, come quelle degli U2 a Roma (15 e 16 luglio) e Lady Gaga a Milano (26 settembre). Senza dimenticare la miriade di rassegne in programma durante l’estate.

“Se il Viminale ce lo chiederà siamo pronti a inviare militari a presidio dei grandi eventi pubblici”, ha affermato Pinotti, puntualizzando sui compiti per la sicurezza. Per quanto riguarda il concerto di Vasco ha ribadito: “Quello che posso dire è che anche per questa specifica manifestazione noi siamo già pronti a organizzare un contingente nel giro di poco, pochissimo tempo”. Nel dettaglio la ministra ha illustrato che questo progetto rientra nell’ambito di Strade Sicure, per cui l’Italia ha già dispiegato migliaia di militari sul territorio nazionale per il pattugliamento degli obiettivi più sensibili. Il problema è comunque anche relativo alle risorse: le misure di prevenzione straordinarie richiedono un investimento maggiore da parte dello Stato nell’ordine di decine di milioni di euro in più.

“Il tema di Strade sicure è stato oggetto dell’ultimo vertice Nato, durante un incontro di informale con i ministri inglese e francese. Ci siamo infatti ripromessi di confrontare le reciproche modalità di gestione e di applicazione”, ha comunque riferito la Pinotti. “D’altra parte noi abbiamo maturato ormai un’esperienza pluriennale, e il progetto Sentinelle attivato in Francia dopo l’attentato di Charlie Hebdo già assomiglia molto al nostro”, ha aggiunto.