Consip, l’appaltone infinito vinto dall’amico di Formigoni. In ballo servizi energetici per 2 miliardi. Una super fetta da 500 milioni va alla Zephyro

Nell’ultimo appalto Consip tre lotti da 450 milioni sono andati a un compagno delle vacanze dorate di Formigoni, con vecchi guai giudiziari

Lo scrigno, per adesso, vale quasi 450 milioni di euro. Ma presto il suo valore potrebbe lievitare a oltre mezzo miliardo. Nel poliedrico mondo dei maxi appalti Consip è difficile non farsi notare quando ci si aggiudicano lotti con queste cifre da capogiro. Al centro della scena c’è una società che si chiama Zephyro: un nome che, formalmente, non trova nessuna corrispondenza nella storia degli appalti gestiti dalla Centrale acquisti del Tesoro. Una new entry? Non proprio. Diciamo subito che la Zephyro, sede a Milano ma uffici anche a Roma e Napoli, nei giorni scorsi si è aggiudicata tre lotti sui 16 complessivi di una super commessa da 2 miliardi tondi tondi di euro per il cosiddetto “multiservizio tecnologico integrato con fornitura di energia elettrica per gli edifici della Pubblica amministrazione”.

Il servizio – Una gara di non poco conto, in cui rientrano attività di efficientamento energetico e manutenzione di una vasta serie di impianti tecnologici. Il valore dei tre lotti, appunto, è di poco meno di 450 milioni. Altre importanti fette della torta sono andate alla coop rossa Manutencoop, alla Siram e alla Carbotermo. E non è finita qui, visto che restano ancora 6 lotti da assegnare. Il tutto per un percorso che più travagliato non si può, visto che il bando di gara è stato pubblicato nel lontano agosto del 2014, quando Ad della Consip era ancora Domenico Casalino, successivamente sostituito dall’ex renziano Luigi Marroni (il grande accusatore della più recente inchiesta Consip) e l’anno scorso dall’attuale numero uno, Cristiano Cannarsa. Quattro anni per assegnare una commessa ancora non perfezionata. Ma torniamo alla Zephyro. In realtà la società non è proprio una nuova regina di appalti Consip. Nel settore è entrata diversi anni fa, quando però si chiamava Prima Vera. Allora come ora il vertice aziendale, nonché azionista di riferimento, è l’imprenditore Domenico Catanese, considerato vicino a Comunione e Liberazione e all’ex Governatore della Lombardia Roberto Formigoni. E’ proprio nella sanità lombarda che Prima Vera ha cominciato a mietere i suoi successi. A un certo punto, però, si è registrato un “piccolo” incidente di percorso. Catanese e la sua società sono finiti nel mirino di un’inchiesta condotta nel 2015 dalla Guardia di Finanza di Varese, attivata dalla procura di Busto Arsizio.

L’inchiesta, passata alle cronache dell’epoca sotto il nome “Clean Hospital”, aveva ipotizzato un presunto sistema con il quale Prima Vera, anche attraverso la creazione di una società fittizia, era riuscita ad accaparrarsi per 10 anni consecutivi gli appalti per la manutenzione di apparecchiature elettromedicali dell’ospedale di Gallarate. Una disavventura dalla quale, a quanto pare, Catanese è successivamente uscito indenne. La Notizia ha chiesto a Zephyro che fine abbia fatto quella indagine, senza però avere una risposta precisa. La società ha ricordato che da quell’inchiesta è pure nata una controversia tra la ex Prima Vera e lo stesso ospedale di Gallarate, che aveva preferito interrompere i rapporti contrattuali con essa, sul cui esito però non sono stati forniti lumi.

Il cambio – Il fatto certo è che dopo l’indagine, nel 2016, Prima Vera ha deciso di cambiare nome in Zephyro. E inserendosi nella scia dei vecchi successi ha riconquistato un posto di rilievo in Lombardia. Dei tre lotti vinti della maxi commessa Consip, infatti, due riguardano le aree di Milano, Monza, Varese, Pavia, Lodi, Cremona e Mantova. Il terzo lotto, accessorio, riguarda invece numerosi comuni nella provincia di Roma. La sequenza dei successi potrebbe tra l’altro non essere finita: la società, infatti, è in ballo anche par l’assegnazione del lotto 1, che prevede un massimale di fornitura di 117 milioni di euro. L’ultima curiosità riguarda la Romeo Gestioni, dell’imprenditore Alfredo Romeo poi finito al centro dell’inchiesta Consip. La società si era aggiudicata il lotto 10, subito contestato al Tar dalla Siram (seconda classificata). In tempi più recenti la decisione della Consip di escludere Romeo da tutta una serie di gare ha portato alla riapertura di quel lotto. Una storia infinita.

Twitter: @SSansonetti