Consulta, ormai è una partita a scacchi. Non c’è intesa tra Pd e Cinque Stelle sui membri mancanti. No dei pentastellati a Barbera, indicato dai dem

di Lapo Mazzei

All’elettore medio, e dargli torto è praticamente impossibile, sicuramente sfugge il senso di questa partita. Anzi, è quanto mai probabile che ne ignori addirittura l’esistenza. Eppure si tratta di un organo centrale del nostro sistema democratico, dato che la Corte costituzionale è il vigile che regola il traffico delle leggi, sempre particolarmente intasato. Ma nonostante questa centralità, la Consulta aspetta ancora la nomina di tre membri da parte del Parlamento dove i veti incrociati fra maggioranza e opposizione, le faide interne ai partiti, le vendette fra papabili e aspiranti membri della corte, hanno bloccato tutto. Alla faccia della Costituzione. E anche stavolta che sembrava fatta, i brindisi sembrano già rinviati. Ovviamente per l’assenza d’accordo fra i partiti. Anche se la decisione non è ufficialmente assunta, in ambienti pentastellati il dado sembra ormai tratto: i grillini non voteranno Augusto Barbera alla Consulta, ovvero il nome indicato dal Pd. Il Parlamento quest’oggi, in seduta comune, si riunirà nuovamente per eleggere i tre giudici mancanti alla Corte Costituzionale. Ma l’accordo non c’è, almeno guardando alle file dei 5 Stelle. Durante un’assemblea semideserta, i grillini hanno espresso tutte le loro perplessità sul candidato dem. Il Movimento 5 stelle è fermo sul no a Barbera, “potremmo votare Ceccanti, ma mai questo candidato avanzato dal Pd”, spiegano fonti parlamentari pentastellate. E allora il tentativo di Pd, centristi e Forza Italia, sarà quello di cercare la fumata bianca senza l’apporto dei grillini, incagliati sulla solita pantomina del nome da sottoporre al voto della rete. I nomi in campo restano quello di Barbera per il Pd, di Sisto per gli azzurri e Pitruzzella per l’area di centro. Ma i numeri in Parlamento restano incerti – per essere eletti è richiesta la maggioranza dei tre quinti dei componenti – perché sui tre candidati si addensano comunque le ombre dei franchi tiratori oltre che il “niet” dei cinque stelle. Nel Pd c’è lo scontro anche sull’ipotesi Barbera: “Non si può andare ad un muro contro muro con i 5 stelle”, spiegano fonti parlamentari della minoranza del partito del Nazareno, “occorre fare una rosa di nomi, non è possibile andare con una scelta secca”. Anche la Sinistra italiana non voterà il costituzionalista e presenterà una candidatura di bandiera: “Nulla contro il merito, ma serve un nome che non sia connotato politicamente”, sottolinea Alfredo D’Attorre. E anche dal gruppo misto non tutte le preferenze verranno riservate al professore. “Ma siamo comunque sicuri di farcela”, fanno sapere in ogni caso fonti della maggioranza dem. “Non perdiamo la speranza in un ravvedimento operoso” da parte dei cinque stelle, ha detto oggi il capogruppo del Pd, Ettore Rosato. Per quanto riguarda Sisto gli ostacoli potrebbero arrivare dal Pd, ma anche qualche azzurro potrebbe sfilarsi.