Migranti, caos sull’accordo di Bruxelles. Conte mette l’Europa di fronte alle proprie responsabilità nel salvataggio. Ma è subito scontro con Macron che prova ancora a sfilarsi: “I centri d’accoglienza vanno fatti nei Paesi di primo arrivo”

"I 28 leader hanno trovato un accordo sulle conclusioni del consiglio europeo, inclusa l'immigrazione", parole del presidente del Consiglio europeo Tusk

Il premier italiano Giuseppe Conte lo aveva detto chiaro e tondo. L’accordo del consiglio europeo avrebbe dovuto prevedere anche il capitolo sui migranti. E così è stato dopo oltre 13 ore di trattative. Ad annunciare lo sblocco della situazione il il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk su Twitter: “I 28 leader hanno trovato un accordo sulle conclusioni del consiglio europeo, inclusa l’immigrazione”.

L’accordo, nato da una bozza elaborata sotto la guida di Italia e Francia, prevede “centri chiusi e volontari nei quali distribuire gli immigrati che arrivano in Europa. “Tutte le navi che attraversano il Mediterraneo, quindi anche le Ong, devono rispettare le leggi e non devono interferire con le operazioni della Guardia costiera libica”, questo è uno dei tanti principi stabili dalla bozza siglata che spiega inoltre come la gestione dei flussi dovrà essere affrontata, al contrario del passato, secondo un approccio più integrato che riguarda la dimensione esterna, quella interna e il controllo delle frontiere. Dovrebbe, inoltre, essere rifinanziato il fondo fiduciario per l’Africa e si dovrebbe puntare ad intensificare rapporti e accordi con i Paesi d’origine dei migranti.

Al termine deo Consiglio europeo di Bruxelles Conte ha esternato tutta la sua gioia: “Da questo Consiglio esce un’Europa più responsabile e solidale, l’Italia non è più sola”. Il Presidente del Consiglio ha poi preso tempo circa la possibilità che l’Italia realizzi sul suo territorio dei centri di accoglienza per i migranti su base volontaria come stabilito dall’accordo raggiunto a Bruxelles: “E’ una decisione che ci riserveremo di prendere, è una decisione collegiale ma non siamo invitati a farlo”. Proprio su quest’ultima questione è scoppiata subito la polemica con il presidente francese Emmanuel Macron che oggi ha affermato: “I centri vanno fatti nei Paesi di primo arrivo. Questo anche perché il documento non supera il regolamento di Dublino, ma ipotizza semplicemente “una riforma” che però deve avere il consenso unanime tra gli Stati membri.

Preoccupazione aveva espresso prima sull’accordo la Cancelliera tedesca, Angela Merkel: “Dopo un’intensa discussione sul tema più difficile per l’Unione europea, cioè le migrazioni, il fatto di aver concordato un testo comune è un buon segnale, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare per superare le divisioni”. Oltre alle divisioni europee la Merkel deve vincere quelle che reggono la sua maggioranza in Germania che sul tema migranti ha mostrato diverse sfaccettature.

Si fida poco delle promesse europee il nostro ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Le navi delle Ong non vedranno più l’Italia se non in cartolina – ha detto il ministro a Circo Massimo su Radio Capital che poi ha precisato rispetto a quanto emerso dal vertice di Bruxelles –  Vediamo che impegni concreti ci sono perché finora è sempre stato ‘viva l’Europa viva l’Europa, ma poi paga l’Italia’. Comunque, ha aggiunto ‘a Bruxelles qualcuno si è accorto di noi, hanno fatto mattina. Mi sembra che si sia portato a casa per il momento il 70% di quello che è stato richiesto’. Il ministro torna a chiedere al presidente francese Macron: ‘prima di darci lezioni, dovrebbe accoglierne altri novemila immigrati, finora ne ha presi 600. Fino a quel momento, non può aprire bocca”.