Corto circuito da 1 miliardo di euro sul maxiappalto elettrico. E la società che aveva fatto man bassa di lotti ora attacca il Tesoro

di Stefano Sansonetti

L’appalto è diventato così “elettrico” che qualcuno si è già preso una bella scossa. Il fatto è che tra furbizie e rivendicazioni varie, quella che potrebbe delinearsi nei prossimi mesi è una vera battaglia. Del resto sul piatto c’è quasi un miliardo di euro. Quello che difficilmente ci si sarebbe aspettati è che la società che si è “pappata” tutti e 10 i lotti della supercommessa, cosa mai avvenuta prima, adesso voglia ricontrattare con lo Stato le condizioni di fornitura, pena un possibile corollario di carte bollate. Al centro della scena c’è l’appalto per la fornitura di energia elettrica alla Pubblica amministrazione, aggiudicato dal Tesoro guidato da Pier Carlo Padoan alla società Gala spa nell’ottobre del 2014. In ballo la fornitura di un tetto massimo di 5.760 GWh al costo di 915 milioni di euro.

LO SCENARIO
Subito una prima sorpresa, già rivelata da La Notizia: a differenza delle edizioni passate, i 10 lotti in cui era diviso il servizio sono stati assegnati tutti quanti a Gala, società di servizi energetici controllata e guidata dall’imprenditore Filippo Tortoriello. Sulla carta un colpaccio più unico che raro, tale da suscitare l’invidia degli altri 8 operatori che avrebbero voluto mettere le mani almeno su qualche lotto. Poi succede quello che non ti aspetti. Si dà infatti il caso che non molto tempo fa Gala abbia preso carta e penna e scritto alla Consip, la società di approvvigionamento del Tesoro che le ha aggiudicato tutti e 10 i lotti. Oggetto della missiva è una richiesta di ricontrattazione dei prezzi del servizio per una sopraggiunta ed eccessiva onerosità della fornitura. Ma come, qualcuno si potrebbe chiedere, prima metti in cascina 10 lotti che potrebbero fruttarti fino a 915 milioni di euro e poi ti lamenti pure? Il diavolo, come sempre, si annida nei dettagli. Il punto è che i prezzi dell’energia elettrica da fornire alla Pa vengono determinati mensilmente sulla base del cosiddetto “Consip power index”. Si tratta di un indice utilizzato dalla società del Tesoro e legato alle quotazioni del petrolio Brent. Nell’ottobre 2014, quando la maxigara è stata assegnata, ci si trovava di fronte a un costo di 85 dollari al barile. Non molti mesi prima il valore era abbondantemente superiore ai 100 dollari. Oggi, invece, è colato a picco a quota 57 (ma nei giorni scorsi valeva ancora di meno). Per questo adesso Gala spa ritiene che i prezzi di fornitura calibrati mensilmente sull’indice Consip siano troppo svantaggiosi. E ne chiede la ricontrattazione. Questione delicata, perché se venisse accettato un adeguamento si delineerebbe un esborso supplementare di soldi pubblici. La Consip, pur chiarendo di non pater dare dettagli, conferma che Gala ha chiesto la suddetta revisione, ma chiarisce allo stesso tempo di aver risposto picche. La Notizia ha sottoposto la questione alla medesima società di Tortoriello, senza avere risposta.

GLI SVILUPPI
Cosa succede ora? Gala potrebbe valutare un’iniziativa legale nei confronti di Consip. La società di servizi energetici, a quanto è possibile ricostruire, sarebbe convinta che un articolo del Codice degli appalti le consentirebbe di pretendere l’adeguamento dei prezzi di fornitura. Un avviso che non trova Consip d’accordo. Tra le altre cose, proprio nell’attesa che la questione venga definita, magari da un tribunale, potrebbe anche profilarsi una situazione in cui Gala fa presente alle singole amministrazioni contraenti che i contratti attuativi potrebbero essere risolti per eccessiva onerosità sopravvenuta. Insomma, un bel pasticcio. Di sicuro Gala è una società che deve moltissimo agli appalti Consip, a cui partecipa con successo da diversi anni. Basti pensare che nel 2013 il fatturato consolidato è stato di 1 miliardo e 337 milioni di euro, in aumento del 40,7% rispetto al 2012. Mentre gli utili sono arrivati a 20,5 milioni, facendo addirittura segnare un +1.105% rispetto agli 1,7 milioni del 2012. L’ascesa di Gala è confermata anche dalla presenza nel suo cda, come si apprende dal sito internet, dell’ax ad della Bnl Davide Croff e dall’ex presidente della stessa Consip Gustavo Piga (la cui esperienza nella società del Tesoro è relativa al triennio 2002-2005).

Twitter: @SSansonetti