Cosa non si inventa l’Anas per dimenticare i crolli dei ponti. L’ultima trovata è un concorso internazionale per nuovi cavalcavia griffati

di Stefano Sansonetti

Qualcuno potrebbe non resistere alla tentazione di trattare la vicenda ironicamente: con quel nome lì, ovvero Armani, ecco spuntare fuori l’idea di cavalcavia “griffati”. Di sicuro l’iniziativa suscita più di qualche curiosità. Al centro dell’operazione c’è l’Anas, il gestore della rete stradale e autostradale di interesse nazionale. La società, controllata al 100% dal ministero dell’economia, sta ancora cercando si smaltire la non facile eredità lasciata dall’ex amministratore delegato, Pietro Ciucci. Eredità, tra le altre cose, fatta di ripetuti crolli di cavalcavia che hanno appannato l’immagine del gruppo. E cosa si inventano i nuovi vertici dell’Anas per recuperare efficienza e reputazione? Un concorso internazionale dal titolo “Reinventa cavalcavia”.

I DETTAGLI
E’ appena il caso di ricordare che dal maggio scorso sulla tolda di comando dell’azienda pubblica c’è Gianni Vittorio Armani. Il manager, fino a poco tempo prima, sognava la poltrona di Ad di Terna, gruppo all’interno del quale aveva guidato la società che si occupa di esercizio e sviluppo della rete elettrica nazionale. Ma nel 2014 il Governo targato Matteo Renzi ha scelto come numero uno di Terna Matteo Del Fante, ripescando un anno dopo Armani come Ad di Anas. Ebbene, lo scorso 27 novembre il nuovo vertice del gestore della rete stradale e autostradale ha lanciato un concorso internazionale “finalizzato alla realizzazione di un’idea progettuale per la definizione e progettazione di una tipologia di cavalcavia da utilizzare per le diverse possibili intersezioni presenti sulla rete di competenza”. Gli obiettivi, chiariscono le schede di presentazione, sono diversi: “individuare soluzioni tecniche per i cavalcavia della rete adattabili e applicabili alle diverse esigenze; individuare soluzioni caratterizzate da elementi architettonici di pregio; conferire un’immagine unitaria e riconoscibile alle diverse tipologie di strade Anas”. Insomma, Armani & Co. vogliono andare a caccia di una sorta di “brand-cavalcavia”. Al primo progetto classificato verrà assegnato un premio di 150 mila euro. Poi, naturalmente, ci saranno i costi di realizzazione del progetto. Ma sul punto i documenti di gara sono piuttosto “taciturni”. Le aree di riferimento sulle quali realizzare il progetto, infatti, sono ancora “da individuare”, così come solo successivamente “sarà stimato il costo massimo dell’intervento”. L’unica cosa che si sa è che il valore massimo di ogni progetto di cavalcavia dovrà essere di 1,5 milioni “per i sovrappassi ordinari”, e di 3 milioni “per i sovrappassi di svincolo”. I documenti però chiariscono che le aree di riferimento saranno scelte tra quelle interessate dagli interventi del “Piano pluriennale 2015-2019” dell’Anas. Tra queste, a titolo di esempio, ci sono la Salerno-Reggio Calabria, la Statale 106 Jonica, il sistema di accessibilità a Malpensa e il raccordo anulare di Roma. Possono partecipare ingegneri, architetti e società di progettazione. Tutti i candidati saranno giudicati da una Commissione di cinque membri “in rappresentanza di Anas, dei consigli nazionali degli ordini professionali, del mondo accademico e istituzionale nonché del mondo professionale di rilievo internazionale”. Ma lo stesso organo sarà coadiuvato da un’altra Commissione, stavolta tecnico-amministrativa, i cui componenti saranno scelti dall’Anas. A quanto pare un po’ di spese a destra e a sinistra andranno sostenute.

GLI SVILUPPI
Cosa succederà dopo? Verosimilmente la società pubblica dovrà alimentare tutta una serie di commesse. Sul punto il disciplinare di concorso si limita a dire che “Anas si riserva di affidare al primo classificato un contratto di consulenza finalizzato alla supervisione della soluzione progettuale nelle fasi di progettazione definitiva ed esecutiva”. Facoltà che potrà essere “estesa al secondo e al terzo classificato”. Insomma, anche attraverso un concorso internazionale passa la strategia di Armani per non far crollare altre infrastrutture. E soprattutto per non far crollare definitivamente l’immagine di un gruppo già piuttosto compromessa.

Twitter: @SSansonetti