Così il palazzinaro Parnasi inguaiò l’amico De Vito. Nelle carte dell’inchiesta sullo stadio della Roma i tentativi del costruttore per accreditarsi con i grillini

Luca Parnasi ha detto ai pm che l'avvocato Camillo Mezzacapo era un tramite per accreditarsi con il M5S

Tra le carte dell’inchiesta che sta scuotendo il Campidoglio, spunta il verbale dell’audizione dell’ex Assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Il politico, già sentito in passato in qualità di persona informata sui fatti, era stato sentito nuovamente il 27 febbraio scorso quando ai pubblici ministeri raccontava tutto il suo stupore per la questione legata alla riqualificazione degli ex Mercati generali di via Ostiense.

“Fintanto che io sono stato al Comune ancora si doveva valutare cosa fare con il progetto” ma “così com’era redatto, non lo avrei certamente portato in commissione Urbanistica” spiega l’ex Assessore. Sempre secondo Berdini: “Ove mi fossi convinto della congruità del progetto, si sarebbe dovuto valutare quale fosse l’organo competente all’approvazione, se Giunta o Consiglio, e io avrei chiesto un parere all’Avvocatura”. Ma qualcosa sarebbe andato storto e infatti, spiega incredulo ai pm: “Mi sono sorpreso quando ho saputo che la Giunta aveva approvato il progetto”.

Un altro importante verbale agli atti dell’inchiesta è quello di Luca Parnasi del 14 luglio 2018. Il costruttore, prima di congedarsi dai pm, racconta: “voglio aggiungere un’informazione (…) Marcello De Vito mi ha indicato l’avvocato Camillo Mezzacapo che credo fosse dello studio dove lavorava precedentemente De Vito” e così “per suo tramite ho dato incarico all’avvocato Virginia Vecchiarelli concordando un importo di 70/80mila euro”.

Incalzato dalle domande dei pm, Parnasi rivelava: “Ho scelto questo studio perché indicatomi da De Vito con cui avevo un rapporto molto buono, al pari di Lanzalone, fatto di una frequentazione ufficiale e assidua durante l’iter per l’approvazione del progetto Stadio”. E la scelta di affidarsi allo studio Mezzacapo, come precisato da Parnasi, era dettata sia “dal non voler scontentare De Vito” che dal fatto che “Mezzacapo era un tramite per accreditarmi con M5S”.